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[size=14:2l5la918]Salvati perché la gente voleva così[/size:2l5la918]
Repubblica — 27 luglio 2006 pagina 20 sezione: SPORT
ROMA - «Non è stata una sentenza unanime, non è stata condivisa». Ha pensato di dimettersi il professor Mario Serio, direttore del dipartimento di diritto privato alla facoltà di Giurisprudenza di Palermo. E' uno dei cinque membri della Corte federale che hanno firmato il verdetto più atteso: "La spugna su Calciopoli", così sarà tramandato. Avrebbe voluto togliere l' Europa al Milan e condannare Franco Carraro. L' asse Sandulli-Catalano-Sanino l' ha messo in minoranza. E lui, appena atterrato a Punta Raisi, lui palermitano e tifoso di calcio, decide di raccontare una camera di consiglio dall' interno. «Non violerò segreti, ma il clima vorrei riprodurlo. La Corte aveva presente la voglia di giustizia nel paese, ha provato a metterla sugli atti, ma, mi rendo conto, il risultato è inferiore alle attese». Avete litigato, professore, al settimo piano del Grand Hotel? «Ci sono stati scontri, anche accesi. Fino all' ultimo. Siamo usciti con un verdetto deciso a maggioranza». Trova giusto dare al Milan la Champions League quando il suo addetto agli arbitri ha violato l' articolo 6? Illecito sportivo per responsabilità oggettiva e Champions. «Se ripenso a quei momenti provo ancora dolore... Rispetto tutti i membri della Corte federale, anche quelli che hanno visioni del mondo opposte alle mie». Parla dell' avvocato Catalano? L' hanno dato in quota Milan e Lazio dal primo giorno. «Ho letto le critiche sugli uomini, posso dire che non credo all' inciucio, non credo alla malafede e neppure a una posizione pregiudizialmente perdonista. C' erano rapporti personali tra avvocati, questo sì, ma non sono stati inquinanti». Avete cancellato ogni responsabilità per Franco Carraro e con lui graziato la Lazio. Vogliamo riascoltare le intercettazioni? «Per Lazio-Brescia abbiamo derubricato l' illecito sportivo in violazione della lealtà . Da articolo 1 ad articolo 6, ma anche di Carraro non voglio parlare... Il problema è che la velocità del processo ha tolto all' accusa elementi, l' impianto era incompleto. Carraro a Napoli è indagato per partite che al processo sportivo non ho ritrovato. Quel giudizio, però, non l' ho condiviso... Credo, di là della lieve sanzione, che Franco Carraro non abbia più credibilità per un futuro da dirigente dello sport». Veniamo alla Fiorentina. La partita con il Chievo. Si ascolta un giornalista della "Gazzetta" parlare dell' arbitro Dondarini con Lanese: «Gli avranno mandato dei segnali o ha capito da solo?». E Lanese risponde: «Ormai non si mandano segnali, loro telefonano prima delle gare... Poi ti racconto». «Abbiamo avuto umana comprensione per Dondarini, giovane arbitro abbandonato anche dall' avvocato. Era inchiodato da una frase, ma in quella telefonata quei due hanno anche detto che era un inetto, un incapace. Non c' era ragione al mondo per condannarlo per una telefonata cattiva». Cade Dondarini e cadono gli illeciti della Fiorentina. «No, alla Fiorentina un illecito sportivo è rimasto. è comprovato l' illecito del gruppo dirigente viola in Lecce-Parma. Per quelle intercettazioni c' erano elementi solidi, argomentati. Abbiamo rivisto gli ultimi 15' della partita in camera di consiglio e Zeman con le spalle al campo era un' immagine che parlava da sola». Professore, mi scusi, ma se c' è responsabilità diretta e illecito sportivo la pena minima è la retrocessione? «La serie A con 19 punti ci è sembrata una punizione sufficientemente pesante. I fratelli Della Valle e l' amministratore Mencucci, insieme, hanno pene per dieci anni». La Fiorentina resta in A con un illecito accertato in secondo grado. C' è stata battaglia? «No, la volontà era: Lazio e Fiorentina in A. La battaglia c' è stata solo sul Milan e su Carraro». Ci spiega da dove nasce il vostro atteggiamento perdonista? «Da tutto quello che è successo nelle ultime due settimane. Questa sentenza va storicizzata. La vittoria dell' Italia ai mondiali, poi le condanne dure, le rivolte di piazza, i sindaci che appoggiano le squadre colpite, il dibattito bipartisan sul perdono... E l' indulto, dimenticavo l' indulto in Parlamento. Un giudice è un uomo e io credo sia giusto interpretare il diritto prefigurando le conseguenze delle proprie decisioni. I delitti li abbiamo accertati confermando l' impianto della Caf, abbiamo scelto di trasformare gli articoli 6 in articoli 1 per alleviare le pene. Il quantum, ecco. Abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo. Abbiamo ascoltato la gente comune e provato a metterci sulla lunghezza d' onda». Cesare Ruperto, vostro predecessore, ha cercato solo di fare giustizia. «Un altro handicap: dover revisionare la sentenza di un uomo di quel livello. Non ci può essere confronto di professionalità con un presidente di Corte costituzionale. Abbiamo riconosciuto tutto della sentenza Caf, a parte due episodi: il campionato falsato, gli illeciti reiterati della Juventus, l' esistenza di un sistema. E, ritengo, insieme alla Caf la piovra l' abbiamo mozzata». C' entrano con la sentenza i denari che girano nel calcio? «Certo, nell' economia americana si separano le responsabilità dagli spettatori. Tagliare in un colpo solo un patrimonio di relazioni industriali sarebbe stato un colpo a cui il calcio non era preparato». E la paura dei ricorsi al Tar? «C' entrano, c' entrano. Abbiamo inserito le squalifiche dei campi per renderli più difficili». Nell' estate 2003, insieme al presidente De Lise, voi cinque avete inventato un quarto grado di giudizio contro Gaucci su indicazione di Carraro. «Io non ho padrini e sono a posto con la coscienza. Ieri mattina ho avuto l' istinto di andare a salutare il commissario Guido Rossi. Ci ha lasciati liberi, autonomi, indipendenti. In Federcalcio, prima, non era così». Che farà ora, professor Serio? «Scriverò le motivazioni, potrei lasciare la Corte federale».
Eccolo! Ecco qui Farsopoli.
Una delle cose che mi brucia di più e che io ritengo più scandalosa è che il Milan è la squadra che è stata punita come dico io "per finta". Hanno fatto tutto ad arte, era tutto programmato, tutto già prestabilito. Non volevano punire il Milan, forse per la grande potenza che questa squadra cela dietro di se.
Ecco cosa intendo io per Farsopoli, un vero processo che è stato una buffonata, manovrato da personaggi che avevano alle spalle altri personaggi. Questo di Calciopoli secondo me è uno scandalo che riguarda l'Italia intera, non solo l'Italia dello sport.
E in più sentir parlare tanti milanisti, sentirli godere nel vero senso della parola per tutto quello che è successo è una cosa che ha del vergognoso.
Avete mai visto un Milanista scontento per tutto quello che è successo? Io no.
E non ho mai visto o incontrato una persona informata a dovere su quest'argomento. Solo parole sparate a cavolo, solo falsità e basta.
Persone che dicono di sapere molto per quanto riguarda Farsopoli e che invece non sanno nulla, hanno parlato e continuano a parlare, non qui sul Forum a vanvera.
Questa è la cosa che mi fa innervosire più di tutti.
Ora per esempio, tu Dom hai mai sentito parlare in 4 anni di un Milan volutamente non colpevolizzato e volutamente aiutato?
Io mai, non ho mai sentito parlare del Milan.
E allora si torna alla definizione di Farsopoli, dove tutto era manovrato ad arte?
Sì, ma che quella sportiva non sia una sede adatta a parlare di cose così delicate lo dico da sempre.
Non ci sono garanzie difensive e nemmeno accusatorie in realtà .
Nei confronti della Juve ad esempio furono costretti a far cadere l'ipotesi di illecito sportivo perché le prove materiali arrivarono nelle mani di Palazzi a processo sportivo già finito.
Ma quello che non posso accettare è il piano strategico messo in atto dall'Inter, che ha corrotto PM, Giudici, Carabinieri, PG, Investigatori, stampa e tutto il resto.
Qualcuno si è mai chiesto perché i primi ad avere le trascrizioni, molto prima che arrivassero gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari ai diretti interessati (Moggi seppe di essere indagato dai giornali), fu proprio un settimanale.
Ricordate che giornale è?
Chi è la persona più vicina a quel giornale?
«Il problema è che la velocità del processo ha tolto all' accusa elementi, l' impianto era incompleto.»
«Abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo. Abbiamo ascoltato la gente comune e provato a metterci sulla lunghezza d' onda»
Trito e ritrito... letto e riletto...
E si incastra perfettamente con tante altre cose...
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