Tag: mondiale 2010

  • Da Lippi a Cannavaro… la vergogna di sentirsi italiano!

    Oggi è un giorno qualunque, oggi si vive comunque e non so perché…
    Il tempo impone distanze, il tempo è fatto di assenze e non c’è un perché
    “.

    Forse le parole di Dolcenera non erano destinate all’Italia di Lippi, o meglio alla Lippi-bis – per evitare di incorrere nell’errore di dimenticare le notti magiche del 2006 -, ma rendono di sicuro l’idea di un’amarezza infinita, di una vergogna senza eguali, di un patriottismo che unisce – questa volta purtroppo – nel disprezzo unanime ad una nazionale indegna di rappresentarci.

    Tutto sbagliato, sin dal principio, ma son cose dette e ridette. Sbagliate le convocazioni, sbagliato il nome dell’allenatore, perché i cavalli di ritorno non sono mai un successo, sbagliati i tempi dell’addio, sbagliata la preparazione di un mondiale ricco di insidie note, studiate, ripetute eppure… non evitate. Ultimi nel girone, come la Francia, come i vice Campioni del Mondo.

    E i voti, in casa azzurra, sono bassi (quasi) per tutti.
    Provo a darli io, alimentando dibattiti e discussioni, proponendo il tema più opinabile del mondo, per evitare un silenzio tombale sull’unanime accordo di una vergogna generalizzata.
    Buffon senza voto, senza infamia ne lode. (si è salvato, suo malgrado)
    Marchetti voto 5, Mi metto nei suoi panni, quelli di una giovane stella arrivato in Sud Africa per vivere un sogno all’ombra di una leggenda e che, invece, si ritrova con le gambe tremanti a fare il protagonista. (acerbo)
    Cannavaro voto 1.5, Capitano di una barca che affonda. Primo ad abbandonare la nave. (vecchio)
    Pazzini, Gilardino, Iaquinta voto 3, Se questo è il nostro attacco, credo che a casa sia rimasto di meglio. (inguardabili)
    Chiellini, Montolivo, Maggio e Quagliarella voto 6,5, Le uniche note liete sono quelli che al Mondiale 2006 non c’erano. Deve far riflettere, avrebbe dovuto far riflettere. (rimpianto)
    Lippi voto ZERO, Ha sbagliato tutto, ma non chiederà mai scusa fino in fondo. (odioso)

    Per tutti gli altri sbizzarritevi nei commenti, ma un’ultima notazione mi sia consentita. Dopo 5′ della ripresa avevamo esaurito i tre cambi, modificato l’ennesimo modulo e inventata l’ennesima formazione diversa. Il mondiale non è un test di allenamento, è l’onore e l’orgoglio di rappresentare il sogno di una nazione. Nessuno dei convocati ha giocato ad alti livelli internazionali nella stagione appena conclusa. Non diamo la colpa al campionato italiano o al cambio generazionale: l’undici della Samp (tanto per dirne una) avrebbe fatto un sol boccone di Slovacchia, Paraguay e Nuova Zelanda. Non conta vincere o perdere, uscire agli ottavi o in finale ai rigori, conta l’orgoglio nazionale.

    Quello lo hanno messo sotto i piedi. Ora, abbiano la decenza di rispettare la nostra delusione!

  • Kiwi amari, ma manca il mea culpa di Lippi

    E chi l’avrebbe immaginato? Spulciando persino i pronostici dello sfantamondiale manca un solo e unico pluripessimista in grado di pensare una simile debacle, seppure gli Oronzo Canà avessero pronosticato il gol di Smeltz, ma nell’ambito di un netto successo azzurro.

    Una gara impostata male e gestita peggio. I Kiwi – questo il soprannome dei neozelandesi – alzano il gomito e vengono più volte graziati dall’arbitro, segnano in fuorigioco, ma l’Italia campione del mondo non può aggrapparsi a simili puerili giustificazioni. Parliamoci chiaro, avremmo dovuto vincere 4-0.

    Nulla è perduto, persino con un pareggio con la Slovacchia si potrebbe ancora passare il turno, ma la confusione in cui è incorso il nostro C.T., soprattutto in sede di convocazioni, lascia esterrefatti. E’ un mondiale lento, con un pallone strano e un’atmosfera particolare: il perfetto habitat del fantasista alla Cassano, Balotelli o Miccoli. Eppure il CT afferma che non esistono giocatori con queste caratteristiche – in grado cioè di cambiare volto alla squadra -.
    Non si è accorto che manca persino un’idea di gioco? Dal 4-2-3-1 con il Paraguay, con quel Iaquinta largo a sinistra che ha fatto impallidire anche chi non mastica di calcio, è passato ad un 4-4-2 con la N. Zelanda, con il solito Marchsio fuori ruolo. Ho dovuto leggere le formazioni al televideo per individuare l’undicesimo. Alla prossima, forse, vedremo un 3-5-2 con Pepe relegato in panchina?

    Strano destino per Lippi e Domenech, uno più odiato dell’altro, entrambi finalisti dell’ultimo mondiale, entrambi inguaiati in quello attuale. Ma lo strano mondiale lo sta vivendo soprattutto la Rai che oggi ne ha combinata un’altra: in tutto il Piemonte non hanno visto la partita. “Meglio così, non vi siete persi niente”, hanno avuto il coraggio di rispondere.

    Ma la vera curiosità del mondiale deve ancora arrivare: Italia e N. Zelanda hanno gli stessi punti in classifica e se entrambe pareggiassero con identico risultato nella prossima gara, per decidere chi passa agli ottavi si dovrà tirare una monetina. Con tutto il positivismo del modo, non nego di conooscere tanti tifosi che quella monetina la tirerebbero in testa a Lippi.

  • Le “vuvuzela” hanno scassato… il calcio?

    Quel chiasso assordante che non piace a nessuno, prime fra tutte le tv quelle che cacciano i soldini. Fenomeno culturale o strategia? Magari per deconcentrare gli avversari? Tutti avallano ipotesi, tutti (comunque) si schierano compatti contro le famose trombe africane, le vuvuzela appunto, che stanno caratterizzando il mondiale.

    Il mondiale del “waka waka” di Shakira, il mondiale tra sogno e tragedia (per la scomparsa della pronipote) di Nelson Rolihlahla Mandela, il Gandhi dei giorni nostri, l’uomo che è riuscito nel miracolo di portare il gioco dei soldoni di Sky, tra la povertà del Continente nero.

    Ma è anche il mondiale del Jabulani, quel pallone ufficiale che tanto ricorda il supertele, per le strane traiettorie, per le immense insidie e per l’assist – formidabilmente accolto – alle papere dei portieri.

    E l’Italia? Ah già, l’avevamo dimenticata. La nazionale di Lippi, quella che uscirà di sicuro agli ottavi, al massimo ai quarti. Quella che non ha nulla da pretendere contro le grandi nazionali di Argentina, Brasile, Spagna, Olanda e Inghilterra. Quella che ha convocato solo giocatori alla frutta, finiti, spaesati, in Sud Africa solo perché amici di Lippi, come se in Italia ci fosse questa gran vastità di scelta, che lascio a casa Ronaldinho e Pato, per portarmi Elano e Robinho.

    No, non è polemica. Del resto, per questa nazionale non fa più il tifo nessuno, lo stesso Capello ci rimprovera, con un discorso lusinghiero, quasi commovente. Pensate, mi aveva anche convinto.
    Solo che poi, a fine intervista, gli chiedi: “Ma lei tiferà Italia”? – E lui: “Ovviamente no”.
    Ovviamente, e ci mancherebbe, lui è l’allenatore dell’Inghilterra e lo sarà almeno fino al 2012 e magari sfiderà Prandelli nella finale degli europei.
    Sì, perché è già lì che siamo proiettati, con l’imposizione di premi più bassi ai calciatori e la convinzione che i nuovi Toni, Totti, Materazzi e Grosso stiano solo crescendo nelle giovanili della Pro Vercelli… è per quello che non li vediamo.

    Ah dimenticavo, anzi, forse lo hanno dimenticato tutti nell’era dei soldoni e di Sky, quella tv che toglie persino il gusto dei mondiali in chiaro: Siamo campioni del mondo!
    Ma a che serve ricordarlo? Tanto le bandiere resteranno riposte negli scaffali e risparmieremo sulle trombe delle nostre automobili per quei lunghi e noiosi cortei.

    Grazie a Dio, ci sono le vuvuzela… speriamo che Sky non ci tolga anche questo.