Autore: Michele Rotella

  • Voti fantacalcio+ 5a giornata: Anticipi e Posticipo

    Di settimana in settimana sul forum analizziamo quelle che sono le valutazioni delle principali testate nazionali per riflettere sul metro di giudizio utilizzato dalle varie redazioni per permetterci di totalizzare i finali delle nostre fantapartite.

    Spesso e volentieri qualcosa non torna, hai fatto caso?

    Qualche esempio sugli anticipi:

    Milan-Cesena

    Per il Milan voti pressoché identici da Milano, Roma e Torino eccetto Emanuelson (G:6; C:5; T:6.5): inappropriato il 5 ad Urby del Corriere, giusto il quasi 6 complessivo.

    Lato Cesena, sul portiere Ravaglia c’è completa indecisione (G:6, C:5.5, T:5). Nessun errore clamoroso da meritare un 5, considerando anche le sue parate, certo il gol beffardo subito da Seedorf non prevede la sufficienza, giusto il 5,5 di media.

    A parte questi due casi la partita sembra essere stata giudicata con lo stesso metro di giudizio dai 3 principali quotidiani sportivi nazionali. Noi, media dei tre alla mano, siamo d’accordo.

    Parma-Roma

    Per il Parma si comincia già con Mirante (G:4.5, C:5, T:5.5): un errore in uscita per lui e uno sul tiro di Totti ma nessuna colpa sul gol subito. Da dove salta fuori il 4,5? Julio Cesar non l’avrebbe mai preso.

    Dubbi sulle valutazioni di Morrone – a cui il Corriere assegna un 6 ma che, a parte qualche falletto, ha visto solo la palla girare tra i piedi dei giocatori della Roma, anche se in maniera inconcludente – e di Biabiany –  eccessivamente basso il 5 o 4.5 dato che buona parte delle azioni pericolose del Parma sono venute da destra ogni volta che puntava il fondo, saltava l’uomo e metteva un cross, nonostante il clamoroso errore sotto porta che avrebbe giustificato, al massimo, un 5.5 “punitivo”.

    Lato Roma grande perplessità per il 5.5 della gazza a Jose Angel – meritava di più per impegno e corsa costante – e per il 7.5 del Corriere a Totti, più che generoso, estremamente esagerato.

    Bologna-Inter

    Esagerato voto 7 a Milito (oltre al rigore realizzato cos’altro?) e di manica corta il 5.5 del Corriere a Coutinho, il più pericoloso dei nerazzurri nel primo tempo, con compiti di copertura sulla zona destra generosamente svolti nonostante il ruolo di trequartista offensivo, per frenare le troppe discese di Morleo. Il giallo preso ingenuamente bastava e avanzava.

    Mi sembra di notare, però, voti sempre più severi. Ormai il voto base per un giocatore sembra essere il 5.5 e non più il 6.

    Hai notato?

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  • Il Contratto Collettivo e lo Sciopero Dei Calciatori

    Settimana molto ricca quella che si è da poco conclusa sia sul campo che fuori. Ricca anche fuori dal campo? Certo, eccome.

    Il 10 settembre, infatti, una notizia ha scosso il panorama nazionale in tutti i suoi settori: i calciatori sciopereranno in occasione della quinta giornata di serie A del 26 e 27 settembre.
    E’ il campione del mondo Massimo Oddo a darne notizia in una conferenza stampa, accompagnato da altri calciatori del calibro di Gattuso, Seedorf, Zanetti, Cordoba, Mannini, e con una lettera firmata da tutti i capitani della serie A.

    In tutto questo tram tram fra botte e risposte varie, per quanto possa aver seguito la vicenda, non ho ben capito le motivazioni di tale sciopero ma solo sentito parlare di un certo contratto collettivo: cos’è sto contratto collettivo?

    Basta spulciare in giro per il web per capire un po’ di più cosa sta succedendo; credo sia opportuna un’utile spiegazione per chi, come me, non ci ha capito niente.

    Cos’è il contratto collettivo?

    Innanzitutto il contratto collettivo è quel contratto che disciplina le condizioni di lavoro, le tipologie di assunzione, il trattamento economico ed ogni altro aspetto del rapporto di lavoro di una categoria di lavoratori, nel nostro caso dei calciatori (scaduto da due anni).

    Il rinnovo di tale contratto però si sta rivelando più arduo del previsto e gli interessati (calciatori vs presidenti) si trovano in completo disaccordo.

    I punti di contestazione

    Andiamo a capire quali sono i problemi che sono sorti, i punti del nuovo contratto collettivo che l’AIC (Associazione Italiana Calciatori) contesta sono otto, ma i più importanti sono:

    1. la possibilità che le società avrebbero di mettere fuori rosa i calciatori non ritenuti più facenti parte del progetto tecnico e quindi permettergli solo di allenarsi al di fuori del gruppo,
    2. la norma che permetterebbe alle società di vendere un calciatore in scadenza di contratto a un’altra società senza il consenso dello stesso calciatore, pena la rescissione immediata del contratto (con una buona uscita massima del 50% dell’ingaggio), se lo stipendio della squadra offerente è uguale o superiore a quello che percepisce nella squadra in cui milita e qualora gli venga offerto da una società di pari livello,
    3. la regolazione della tutela sanitaria, ovvero i club richiedono in caso d’infortunio di dover scegliere il medico e le cure per più opportune per il giocatore, che se invece vorrà affidarsi ad altri dovrà pagarsi le spese da sé,
    4. i contratti flessibili, cioè tutti i nuovi contratti saranno eventualmente stipulati con una formula che prevede la metà della retribuzione fissa e l’altra metà legata ai meriti sportivi (presenze, goal fatti, vittorie di squadra).

    Al di là di tutto (chi ha ragione e chi no) credo sia di fondamentale importanza trovare un accordo sui contratti perchè gli ultimi casi venuti alla cronaca (Pandev, Ledesma, Grosso, Andrade) hanno portato solo ancora più problemi in un calcio che oggi è sempre meno giocato sul campo e sempre più “deciso” nelle aule dei tribunali.

    Ad analisi compiuta, ognuno si farà un’idea e sarà interessante capire come la pensa il mondo dei tifosi, perciò a voi la parola: cosa ne pensate?

  • Leonardo si, Leonardo no???

    Settimana infuocata in casa Milan, dopo gli scarsi risultati degli ultimi tempi, ci si è messo pure il presidente Berlusconi ad aizzare gli animi con le sue dichiarazioni di fine rapporto con l’allenatore brasiliano. Anche se non direttamente confermate da lui, la risposta di Leonardo non si è fatta attendere e le sue parole di incompatibilità col Cavaliere sembrano confermare il gelo esistente fra i due.
    Durante l’intera stagione, infatti, si sono ripetute le frecciatine del “buon Silvio” contro il mister brasiliano reo di non far giocare bene la squadra e per questo scaricato a fine stagione dal club milanista.
    Nonostante tutto nell’ultima conferenza stampa Leo ha anche precisato di come sia legato a questa società e al lavoro che ha fatto lui insieme a tutta la squadra per raggiungere questo terzo posto che non vuole assolutamente perdere.
    Ma è possibile che dopo più di 10 anni di rapporto professionale si siano accorti ora di essere incompatibili?
    E’ davvero Leonardo il male di questo Milan, che pur con una rosa non competitiva al massimo, è riuscito a lottare quasi fino all’ultimo per il titolo?
    Che senso ha togliere un allenatore esordiente che magari in una stagione ha capito come muoversi per il futuro, per prenderne un altro alla prima panchina in serie A (n.d.r. Galli)?
    A milanisti e non i commenti…

  • Che fine ha fatto il “Presidente” Berlusconi?

    Stimolato da una discussione sul forum, scrivo alcuni pensieri che mi sono passati per la mente in questi giorni soprattutto dopo la débâcle dell’Old Trafford.

    Dal 1986 Silvio Berlusconi è il Presidente dell’A.C. Milan e praticamente, da quando ancora dovevo nascere, ha gettato le basi per rifondare una società che si era persa anche nella serie cadetta.

    Da qui è iniziata una serie innumerevole di successi che lo ha portato a diventare il Presidente più vincente della storia del calcio (dopo Bernabeu credo).
    Circondatosi di gente fidata fra scommesse e scoperte (Sacchi, Capello, Van Basten, etc…) ma anche fra grosse spese e grandi flop, ha portato la squadra milanese sul tetto d’europa per ben 5 volte (l’ultima nel 2007).

    Da quando è diventato per la seconda volta Presidente del Consiglio però si è via via allontanato dalla sua squadra, tant’è che visti i conflitti di interesse non è neanche più ufficialmente il massimo dirigente milanista.

    Ovviamente è ancora lui a mettere i soldi e allora, per coprire i buchi del bilancio e per via della crisi economica mondiale che sembra aver colpito anche lui (ci credete?!), da quest’anno la politica societaria milanista sembra esser cambiata.

    Quindi anche ad una delle squadri più forti e potenti del mondo fanno gola i 65 milioni di euro per un campione come Kakà. Nonostante ciò, si sono aggiunti gli addii del Capitano Maldini e di Mr Ancelotti, ma sopratutto i tifosi milanisti (me compreso) hanno dovuto sopportare una campagna acquisti al quanto deficitaria e priva di un senso logico.

    Ma il problema vero ora sembra essere quello delle dichiarazioni del Signor Berlusconi che prima con l’acquisto di Mancini e poi dichiarando che il suo allenatore non fa giocare bene la squadra, sembra andare contro l’operato dei suoi stessi dirigenti. In più ho la vaga sensazione che “Silvio” da pochi anni a questa parte si stia prendendo meriti (non suoi) quando la squadra vince (era lui a “dettare” le formazioni ad Ancelotti) e invece se ne lavi le mani quando i risultati non vanno come dovrebbero.

    E allora mi chiedo: è normale che un Presidente esterni tali pensieri alla stampa? O come penso io sarebbe stato più logico farlo presente in privata sede?

    Perchè se non ti va bene qualcosa, non prendi in mano la situazione per cambiarla? Oppure perchè non cedi la società che a parer tuo, ti sta facendo perder solo soldi?

    Come tutti i tifosi milanisti sarò il primo a “piangere” se un giorno il cavaliere dovesse abbandonare il Milan, ma non posso di certo pensare che una società abituata a questi livelli si possa accontentare dei piazzamenti e di non essere protagonista del mercato.

    A voi i commenti e le “soluzioni”.