Nella speranza che questa volta la mia personalissima rubrica, fatta di opinioni personali e non di dogmi, non scateni una nuova rivalsa di qualche tifoso provinciale ferito nell’orgoglio, che non mi tocchi rivedere l’intervista del dopo gara di Lavezzi e Rosi, visto che neanche il mostro di Firenze ha mai ammesso di essere colpevole e avvertendo che per pubblicare due righe e un link basta un commento in fondo all’articolo, mi appresto a visionare la squalifica di tre giornate comminata a Lavezzi (Napoli) e quella di quattro giornate riservata a Rosi (Roma), dopo “l’amichevole” scambio di sputi.
A differenza di quanto successo con Aquilani, il Procuratore federale ha tempestivamente segnalato l’accaduto (a mezzo fax alle ore 11.43 di ieri), circa la condotta tenuta al 19° del primo tempo di Roma-Napoli dal calciatore Rosi Aleandro (Roma) nei confronti del calciatore Lavezzi Ezequiel Ivan (Napoli) e la condotta immediatamente successiva a ruoli invertiti.
Il giudice Tosel dice, acquisite ed esaminate le relative immagini televisive (Sky), di piena garanzia tecnica e
documentale, che “il calciatore giallo-rosso, nel cerchio di centro campo e ben lontano dall’azione in svolgimento in altra zona del campo, si avvicinava al calciatore partenopeo, che gli volgeva parzialmente le spalle, e da una distanza di circa un metro, con palese gestualità, gli indirizzava uno sputo, che veniva immediatamente “ricambiato”.
Tale duplice biasimevole gesto non veniva visto dall’Arbitro e, pertanto, nessun provvedimento disciplinare veniva adottato. A tale proposito, il Direttore di gara, su richiesta di questo Ufficio, ha dichiarato, a mezzo e-mail pervenuta alle ore 12.03 (di lunedì ndr), “…….non ho visto nulla e confermo inoltre che le ammonizione fatte ai calciatori Rosi e Lavezzi si riferiscono ….a delle spinte reciproche”.
Ma i due sputi sono andati a destinazione?
“Le immagini acquisite – dice il comunicato – non consentono di determinare con assoluta certezza in che misura ed in quale zona del corpo (presumibilmente il collo di Lavezzi ed il volto di Rosi) gli sputi abbiano
effettivamente colpito il loro rispettivo destinatario, ma tale circostanza è ininfluente ai fini della valutazione disciplinare. Infatti, per costante orientamento interpretativo degli Organi di giustizia sportiva, lo sputo deve considerarsi a tutti gli effetti una “condotta violenta”, i cui estremi possono essere integrati anche se il deprecabile intento non abbia raggiunto l’ ”obiettivo”. E l’accentuata antisportività di tali condotte rende ininfluenti le motivazioni adducibili dall’uno e dall’altro dei protagonisti”.
Eh sì, tentare di sputare un avversario senza colpirlo (lo dice il regolamento e non il sottoscritto), equivale a condotta violenta. Figurarsi tirargli un calcio in viso.
Ne consegue che i due si beccano tre giornate di squalifica e che Lavezzi, veramente ingenuo, salterà la sfida-scudetto con il Milan.
L’ammonizione presa durante la gara, che per Lavezzi è la quinta sanzione, vale a Rosi (quarta sanzione) un’ulteriore giornata di squalifica.
Due giornate invece a GIACOMAZZI Guillermo (Lecce): per avere, al termine della gara, sul terreno di giuoco,
rivolto all’Arbitro espressioni ingiuriose. Non è dato sapere quali fossero, ma ci fidiamo del referto.
Infine ci soffermiamo sulle 51mila euro di ammende recuperate dalla Lega grazie alle sanzioni comminate a Juventus (33mila), Inter (10mila), Udinese (5mila) e Catania (3mila).
Più che soluzioni atte a fermare l’inciviltà di molti tifosi, sembra una rappresaglia volta a rimpinguare le casse di un’istituzione che restituisce gli utili alle stesse società cui li ha tolti.
Io, la chiamo buffonata.
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