Dopo il grande successo della scorsa settimana riproponiamo questa rubrica sfruttando i temi che si sono sviluppati sul nostro forum – a proposito la partecipazione continua a crescere e ci si diverte sempre di più.
Rimaniamo alla settimana e affrontiamo temi caldi quali la mancata assegnazione del goal in Udinese-Inter in occasione del rigore. Nei fatti il risultato calcistico non cambia, ma quello fantacalcistico sì (sarebbe stata doppietta di Pepe). Se c’è un rigore l’arbitro deve concedere il vantaggio e vedere se c’è il goal e in caso contrario tornare sui suoi passi e concedere il rigore, oppure fischiare subito?
Risposata banale: sì deve concedere il vantaggio. Però…
Cosa dice il Regolamento?
L’arbitro deve lasciar proseguire il gioco, in presenza di un’infrazione, nei casi assolutamente evidenti in cui ritiene che interrompendolo risulterebbe avvantaggiata la squadra che ha commesso l’infrazione stessa.
Qualora il presunto vantaggio non si concretizzi nell’immediatezza (entro 1-2 secondi), l’arbitro interromperà il gioco e punirà l’infrazione iniziale. Sia che interrompa il gioco o no, l’arbitro, se necessario, dovrà comunque assumere l’eventuale sanzione disciplinare.
Quindi arbitro assolutamente perfetto in Udinese – Inter: aspetta che la palla finisca sul palo e poi fischia. Troppo più tardi arriva il colpo di testa di Pepe. Sbaglia però nel non ammonire Balotelli (prima sanzione).
Fallo di mani volontario?
Altro punto: quando il fallo di mani è volontario?
Il fallo di mano implica un contatto volontario tra il pallone e la mano o il braccio di un calciatore. Per stabilire la volontarietà, l’arbitro deve prendere in considerazione i seguenti criteri:
- il movimento della mano in direzione del pallone (non del pallone in direzione della mano);
- la distanza tra l’avversario e il pallone (pallone inaspettato);
- la posizione della mano, che non implica necessariamente che ci sia un’infrazione;
- il toccare il pallone con un oggetto tenuto nella mano (come indumenti, parastinchi ecc.) è considerato come un’infrazione alla stregua di un fallo di mano;
- il colpire il pallone lanciando un oggetto (scarpa, parastinchi ecc.) è da considerarsi un’infrazione alla stregua di un fallo di mano.
Inoltre esistono delle direttive fornite dall’Uefa che parlano di «posizione naturale rispetto al gesto tecnico che il calciatore sta compiendo».
Il designatore Collina dà delle spiegazioni che implicano maggiore chiarezza sull’interpretazione della volontarietà dettate nelle decisioni Ifab:
Se il braccio si stacca completamente dal corpo è sempre rigore, se colpisce prima una parte del corpo diversa dal braccio e poi finisce sulla mano non è calcio di rigore.
Precisiamo che il calcio di rigore è un calcio di punizione diretto, quindi lo stesso discorso vale anche per l’assegnazione di un goal.
Certo, la regola più facile per gli arbitri sarebbe: tutte le volte che il pallone tocca la mano è da punire.
Ma torneremmo al tiro alla mano, a un episodio che Roberto Baggio ha raccontato nel suo libro, a Italia-Cile del Mondiale del 1998 in Francia.
Lascia un commento