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  • L’italian bastard style: dal ricorso per Lavezzi al finto moralismo su Ringhio!

    Per fare notizia si fa di tutto, si omette persino una parte della realtà.
    Non faccio neanch’io del falso moralismo, è pratica comune per attirare lettori trattare solo una parte della notizia, quella che rende più interessante il dibattito.

    Succede però, lo apprendo da alcune testate e non solo da quelle faziose, che omettere la parte più importante della notizia rischia di creare disinformazione e questo non mi piace.

    Andiamo in ordine cronologico.
    “Ringhio” Gattuso. Perde la testa in una gara fondamentale di Champions League. Lo fa in modo plateale, con una condotta che non si addice ad un capitano e, soprattutto, lo fa con un comportamento anti-sportivo macchiato da un gesto non bello, come una mezza testata!

    Apriti cielo! Aggressione, vergogna di una Nazione, squalifica a vita e pena di morte.
    Ma l’aggressione dov’è? E infatti la Uefa corre ai ripari e subito spiega trattarsi di comportamento anti-sportivo.
    E nuovo finimondo: sanzione troppo lieve
    Ma la sanzione qual’è?
    Il bello è che ancora non c’è stata e che, tra l’altro, potrebbe essere molto più pesante.
    La sanzione dipenderà dallla gravità dell’infrazione e non dal capo di accusa, un comportamento altamente antisportivo può essere sanzionato più duramente di una lieve aggressione.
    Non si sottolinea il ravvedimento di Gattuso, che ha anche chiesto scusa e di questo si dovrà tenere conto.

    Non si può tenere conto della provocazione. Si dice che Jordan gli abbia detto: “Italian Bastard”, ma questo a mio avviso non giustifica la reazione.

    Cosa rischia?
    La squalifica, che sarà irrogata lunedì, può essere di una partita o per un periodo determinato (due mesi?), molto dipenderà dal referto arbitrale.

    Agli sfantacommentatori il compito di scatenarsi sulla questione morale, sulla condotta di Ringhio e sulla pena più giusta da applicare.

    Aggiungo, una tirata d’orecchie al Napoli sul ricorso presentato per la squalifica di Lavezzi.
    Definirlo vergogno direi che è poco, il ricorso si basa sulla mancata chiarezza della immagini.

  • Recuperi: Ranocchia può giocare, ma Nagatomo e Camporese?

    Oggi (alle 18:30) si recuperano due gare che furono rinviate lo scorso 18/12/2010 allorquando l’Inter era impegnata nel Mondiale per Club e a Genova cadeva copiosa la neve:
    Fiorentina – Inter e Genoa – Sampdoria.

    Al di là della facile polemica sull’orario, dettata da scelte imposte dalle tv, per la concomitanza dei quarti di finale di Champions League, torna d’attualità un particolare curioso, che questo sito aveva già trattato il 19 Gennaio scorso, prima di Inter-Cesena (leggi qui).

    Il recupero riguarda la 17esima giornata. La domanda è: i giocatori che furono schierati in quella stessa giornata dalle loro precedenti società, prima del mercato invernale, possono giocare?

    Il problema non riguarda Ranocchia e Kharja (che non giocarono, in quanto al Genoa), Pazzini (stesso discorso: alla Samp), Floro Flores (rimase in panchina), Paloschi (era infortunato), Biabiany (non giocò), Mutu (era fuori rosa, ma per scelta della società), Macheda e Behrami (che provengono dall’estero, anche se al tempo della gara il mercato era chiuso).

    Potrebbe, viceversa, riguardare Nagatomo (che giocò tutta la gara in Cesena – Cagliari), Maccarone (che col Palermo giocò quasi tutto il secondo tempo di Bari) e Camporese (che giocò con la Primavera).

    Chissà se la Lega ha dato indicazioni? A noi comuni mortali, al momento, non è dato saperlo.

    Che si prospetti un nuovo scandalo in stile Gaucci-Catania?

  • Rosi-Lavezzi, la gara di sputi vale 3 giornate

    Nella speranza che questa volta la mia personalissima rubrica, fatta di opinioni personali e non di dogmi, non scateni una nuova rivalsa di qualche tifoso provinciale ferito nell’orgoglio, che non mi tocchi rivedere l’intervista del dopo gara di Lavezzi e Rosi, visto che neanche il mostro di Firenze ha mai ammesso di essere colpevole e avvertendo che per pubblicare due righe e un link basta un commento in fondo all’articolo, mi appresto a visionare la squalifica di tre giornate comminata a Lavezzi (Napoli) e quella di quattro giornate riservata a Rosi (Roma), dopo “l’amichevole” scambio di sputi.

    A differenza di quanto successo con Aquilani, il Procuratore federale ha tempestivamente segnalato l’accaduto (a mezzo fax alle ore 11.43 di ieri), circa la condotta tenuta al 19° del primo tempo di Roma-Napoli dal calciatore Rosi Aleandro (Roma) nei confronti del calciatore Lavezzi Ezequiel Ivan (Napoli) e la condotta immediatamente successiva a ruoli invertiti.
    Il giudice Tosel dice, acquisite ed esaminate le relative immagini televisive (Sky), di piena garanzia tecnica e
    documentale, che “il calciatore giallo-rosso, nel cerchio di centro campo e ben lontano dall’azione in svolgimento in altra zona del campo, si avvicinava al calciatore partenopeo, che gli volgeva parzialmente le spalle, e da una distanza di circa un metro, con palese gestualità, gli indirizzava uno sputo, che veniva immediatamente “ricambiato”.
    Tale duplice biasimevole gesto non veniva visto dall’Arbitro e, pertanto, nessun provvedimento disciplinare veniva adottato. A tale proposito, il Direttore di gara, su richiesta di questo Ufficio, ha dichiarato, a mezzo e-mail pervenuta alle ore 12.03 (di lunedì ndr), “…….non ho visto nulla e confermo inoltre che le ammonizione fatte ai calciatori Rosi e Lavezzi si riferiscono ….a delle spinte reciproche
    ”.

    Ma i due sputi sono andati a destinazione?
    “Le immagini acquisite – dice il comunicato – non consentono di determinare con assoluta certezza in che misura ed in quale zona del corpo (presumibilmente il collo di Lavezzi ed il volto di Rosi) gli sputi abbiano
    effettivamente colpito il loro rispettivo destinatario, ma tale circostanza è ininfluente ai fini della valutazione disciplinare. Infatti, per costante orientamento interpretativo degli Organi di giustizia sportiva, lo sputo deve considerarsi a tutti gli effetti una “condotta violenta”, i cui estremi possono essere integrati anche se il deprecabile intento non abbia raggiunto l’ ”obiettivo”. E l’accentuata antisportività di tali condotte rende ininfluenti le motivazioni adducibili dall’uno e dall’altro dei protagonisti”.

    Eh sì, tentare di sputare un avversario senza colpirlo (lo dice il regolamento e non il sottoscritto), equivale a condotta violenta. Figurarsi tirargli un calcio in viso.

    Ne consegue che i due si beccano tre giornate di squalifica e che Lavezzi, veramente ingenuo, salterà la sfida-scudetto con il Milan.

    L’ammonizione presa durante la gara, che per Lavezzi è la quinta sanzione, vale a Rosi (quarta sanzione) un’ulteriore giornata di squalifica.

    Due giornate invece a GIACOMAZZI Guillermo (Lecce): per avere, al termine della gara, sul terreno di giuoco,
    rivolto all’Arbitro espressioni ingiuriose. Non è dato sapere quali fossero, ma ci fidiamo del referto.

    Infine ci soffermiamo sulle 51mila euro di ammende recuperate dalla Lega grazie alle sanzioni comminate a Juventus (33mila), Inter (10mila), Udinese (5mila) e Catania (3mila).
    Più che soluzioni atte a fermare l’inciviltà di molti tifosi, sembra una rappresaglia volta a rimpinguare le casse di un’istituzione che restituisce gli utili alle stesse società cui li ha tolti.
    Io, la chiamo buffonata.

  • Financial Fair Play / E Se l’ECA Creasse Una Nuova UEFA?

    Mercato estivo decisamente povero – se non nei nomi, sicuramente nelle spese folli – mercato invernale con cifre da capogiro.

    La Fifa ha infatti reso noto che, durante la sessione di Gennaio, sono stati portati a termine 2451 trasferimenti internazionali, +104% rispetto allo scorso anno, per un valore di 234 milioni di euro.

    E anche l’Italia non scherza. Il Milan e la Roma che avevano acceso il mercato con Ibra, Robinho e Borriello in estate, avevano in realtà messo zero euro a bilancio nella voce uscite, riservandosi un riscatto obbligatorio per il 2011. L’Inter addirittura si era accontentata di qualche giovane, senza nessun colpo di grido.

    Poi, a gennaio, cambio di marcia: Cassano, Didac Vilà, Emanuelson, Toni, Pazzini, Van Bommel, Matri, Legrottaglie, Ruiz, Ranocchia, Nagatomo e Kharja, tanto per citarne alcuni, senza dimenticare anche Torres per andare oltre i confini azzurri.
    L’ultimo dei 2451 trasferimenti è stato quello del difensore brasiliano David Luiz, passato dal Benfica al Chelsea a soli due minuti dalla chiusura del calciomercato.

    Cosa è successo? Perché questo cambio di rotta?

    La soluzione sembra molto più semplice di quando possa apparire.
    Le continue minacce di Platini, l’irrigidimento della Uefa sulla questione della modifica delle sanzioni previste in caso di mancato rispetto dei parametri (esclusione dalla coppe europee), che per i club dovrebbe comportare solo un turno in più almeno nella prima fase di attuazione, hanno spinto l’ECA (European Club Association, il nuovo G-14) ad indire una riunione d’urgenza, anche se la data non è ancora stata decisa.

    Di cosa si parlerà?

    Semplicemente si deciderà di lanciare un ultimatum alla Uefa: o si accettano le condizioni dei club (rinvio di un anno per l’attuazione del FFP e graduale inasprimento delle sanzioni, oltre a piccole altre modifiche), o i grandi club d’Europa (l’Eca nata sulle ceneri del G-14 sciolto nel 2008, riunisce i 18 club più importanti del panorama continentale) formeranno una super-Champions league per conto proprio. Staccata cioè dalla Uefa, senza necessità di qualificazione, ma con le stesse 18 qualificate di anno in anno. Tre italiane ci sarebbero di certo.

    Il braccio di ferro ha avuto inizio, l’occhio al bilancio ha già sentito il triplice fischio finale.

    (CLICCA QUI PER SCARICARE IL TESTO DEL FINANCIAL FAIR PLAY)

  • Classifica dei Club più Ricchi del Mondo

    Avresti mai pensato che un squadra di calcio muove in un anno quasi quanto il PIL complessivo di un paese medio africano? Il Real Madrid ci riesce.

    Già, proprio così: la società di Florentino Perez tocca quasi il mezzo miliardo di euro e si si conferma per il sesto anno consecutivo il club più ricco del mondo.

    Ecco la top 20, la classifica generale tanto per capire quanto muovono e dove si piazzano le prime italiane:

    1. Real Madrid (Spagna) 438,6 milioni di euro
    2. Barcellona (Spagna) 398,1 milioni
    3. Manchester United (Inghilterra) 349,8 milioni
    4. Bayern Monaco (Germania) 323 milioni
    5. Arsenal (Inghilterra) 274,1 milioni
    6. Chelsea (Inghilterra) 255,9 milioni
    7. Milan (Italia) 235,8 miloni
    8. Liverpool (Inghilterra) 225,3
    9. Inter (Italia) 224,8 milioni
    10. Juventus (Italia) 205 milioni
    11. Manchester City (Inghilterra) 152.8 milioni
    12. Tottenham (Inghilterra) 146.3 milioni
    13. Amburgo (Germania) 146.2 milioni
    14. Lione (Francia) 146.1 milioni
    15. Marsiglia (Francia) 141.1 milioni
    16. Schalke (Germania) 139.8 milioni
    17. Atletico Madrid (Spagna) 124.5 milioni
    18. Roma (Italia) 122.7 milioni
    19. Stoccarda (Germania) 114.8 milioni
    20. Aston Villa (Inghilterra) 109.4 milioni.

    Questo quanto rivelato da uno studio della società di consulenza Deloitte, basato sul giro d’affari della stagione 2009/2010.

    Il Milan sale dal decimo posto dello scorso anno al settimo mentre la Roma scivola dal tredicesimo al diciottesimo.

    Non siamo i più ricchi in questo campo, il calcio inglese è nettamente superiore agli altri a livello economico anche se i primi due gradini del podio sono occupati da due spagnole.

    Certo, però, che cifre, eh!?

    E pensare che negli ultimi anni non si fa altro che parlare di crisi: nessun settore in apparenza è stato risparmiato, eppure quello del calcio vede addirittura salire il proprio giro d’affari.

    I primi 20 club della classifica targata Deloitte, infatti, riescono da soli a totalizzare la cifra di 4,3 miliardi di euro.

    Assurdo?

  • El Flaco Vuole La Juve

    Ultimamente, c’è da dirlo, Marotta & CO. non hanno fatto grandi figure, peccando probabilmente non tanto nel non aver concluso buoni colpi di mercato – almeno considerando il budget a disposizione – quanto per aver lasciato trasparire sempre e comunque l’interesse per calciatori largamente fuori portata rispetto alle (attuali) possibilità della Juventus.

    Lo stesso acquisto di Matri è risultato palesemente “obbligato”, quasi fosse – come è realmente stato – l’ultima pista da seguire, l’ultimo gustoso boccone rimasto sulla tavola del buffet già divorato dagli altri. Pur non sfamando, praticamente, almeno ha evitato di morir di fame.

    Stavolta, però, non è il dg bianconero a parlare di mercato ma uno dei probabili colpi futuri accostati, ancora una volta assieme ad una sfilza di nomi infinita, al futuro juventino.

    Javier Pastore, talento argentino, sembra voler chiarire la sua preferenza estiva già regalando un personale pronostico sull’imminente derby d’Italia:

    Ho molti amici all’Inter, a cominciare da capitan Za­netti, sempre prodigo di con­sigli, e da Cambiasso. Però non mi dispiacerebbe se vin­cesse la Juve, una squadra che ha acquistato fra estate e inverno tanti nuovi gioca­tori e che si sta riassestan­do. Una squadra un po’ co­me il Palermo: in grado di battere chiunque sfoderan­do una gran partita, ma poi capace di perdere anche due gare di fila“.

    Certo la trattativa non sarebbe facile, e non solo perché si avrebbe a che fare con un non certo elegante Zamparini. El Flaco, infatti, sta disputando una stagione da vero fuoriclasse dopo il primo anno di assestamento, e il suo valore di mercato è naturalmente cresciuto in questi ultimi mesi.

    Nonostante tutto in merito al suo futuro non da nulla per scontato, quasi si sbilancia su un eventuale passaggio in bianconero:

    Tutti sanno che ho un contratto fino al 2015 e chi sfoglia la margherita può essere solo Zamparini, ma è chiaro che se ci saranno le condizioni giuste sono pronto a partire. Di certo mi piacerebbe una squadra dove ci sia spazio per me, al Real e al Barcellona guadagnerei molti soldi, ma non avrei la sicurezza del posto da titolare. La Juve? Perchè no… Fra l’altro la mia famiglia è originaria di Volvera, un paese alle porte di Torino sulla strada che porta a Pinerolo. A Cordoba, dove sono nato, siamo in tanti di origine piemonte­se“.

    Altro che declino per la Vecchia Signora, dunque; nonostante un periodo storico non dei migliori non ha perso il suo fascino e rimane ancora una tra le mete preferite dai grandi campioni.

    Ai tifosi bianconeri non resta che iniziare a sognare per giugno, in attesa di poter sfoggiare un’espressione sorpresa come quella del montaggio sopra.

    Che dici, Zamparini si priverà (lo ha già accennato, forse) del suo più grande campione?

  • Aquilani dopo Cagliari-Juventus 1-3

    Per chiunque avesse avuto dubbi sull’episodio del calcetto di Aquilani a Cossu nella partita di sabato sera scorso perché non provvisto di Sky, ecco le parole di Alberto Aquilani intervistato subito dopo il match, con tentativi annessi di Cesari & Co. di prenderlo in giro.

    Ai tifosi e non spetterà credergli o meno.

  • Chivu e Aquilani, la legge non è uguale per tutti

    La prova tv!
    Questo strano marchingegno che non piace a nessuno, inutile negarlo, non perché sia sbagliato, ma perché sono sbagliati i meccanismi di applicazione.
    Eppure, se la regola c’è, va applicata e se l’errore è grave bisognerebbe avere la consapevolezza e la signorilità di non fare ricorso.

    Così, dopo i casi di Krasic (simulazione), Felipe Melo ed Eto’o (condotta violenta) che tanto clamore avevano suscitato, specie per l’errore compiuto dalle rispettive società, Inter e Juventus, che avevano presentato ricorso. Che faccia tosta, viene da dire, ma tanto è…

    Ora ecco due nuovi casi, che precedono il derby d’Italia, la sfida più attesa dell’anno.

    Chivu colpisce con un pugno un avversario (Rossi) durante Bari-Inter. L’arbitro non vede, siamo lontani da dove si sviluppa l’azione, scatta la prova tv.

    Dice il G.S.:
    ricevuta dal Procuratore federale rituale e tempestiva segnalazione ex art. 35, 1.3, CGS (pervenuta a mezzo fax alle ore 11.28 odierne) circa la condotta tenuta al 14° del secondo tempo dal calciatore Chivu Cristian (Soc. Internazionale) nei confronti del calciatore Rossi Marco (Soc. Bari);
    acquisite ed esaminate le relative immagini televisive (Sky), di piena garanzia tecnica e documentale;
    osserva:
    le immagini televisive documentano che, nelle circostanze segnalate, il calciatore nero-azzurro, nell’area di rigore barese particolarmente affollata per l’esecuzione di un calcio di punizione, affiancava il calciatore Rossi e, con un repentino movimento del braccio destro, lo colpiva con un pugno al volto, facendolo cadere dolorante al suolo.
    L’Arbitro non adottava alcun provvedimento disciplinare in quanto la sua attenzione, come dichiarato su richiesta di questo Ufficio a mezzo e-mail pervenuta alle ore 12.14 odierne, era concentrata in altra direzione.
    Il gesto del calciatore interista, del tutto avulso dall’azione di giuoco, palesemente intenzionale e potenzialmente lesivo per l’energia impressa e la delicata zona del corpo colpita, integra, nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, gli estremi di quella “condotta violenta”, che rende ammissibile la “prova televisiva” ex art. 35, n. 1.3 CGS.
    Consegue pertanto la sanzionabilità di tale comportamento ex art. 19, n. 4 lettera b) CGS che, in considerazione della peculiarità dell’episodio, appare equo quantificare nei termini indicati nel dispositivo.

    Totale: 4 giornate.
    L’Inter non fa ricorso e merita un plauso.

    C’è poi, Cagliari-Juventus, Aquilani rifila un calcetto in faccia a Cossu, mentre era a terra.
    L’arbitro non vede, non può vedere, il gioco è fermo. Condotta violenta, beccata dalle tv, ma i procuratori federali dormono. Già, nonostante la gara fosse in anticipo nessuno ha comunicato nulla al Giudice sportivo e Aquilani se la cava. (ecco il video)

    Ingiustizia è fatta, perché uno (Chivu) salterà la sfida, l’altro (Aquilani) ci sarà.

    Chi presenterà ricorso è invece la Roma, nessun plauso qui.

    SQUALIFICA PER DUE GIORNATE EFFETTIVE DI GARA a MEXES Philippe (Roma): per avere, al termine della gara, al rientro negli spogliatoi, rivolto al Quarto Ufficiale un epiteto insultante. Dice il comunicato.

    Il difensore ha già scontato un turno contro l’Inter. La società giallorossa, per tramite dell’avvocato Conte ha già preparato l’occorrente per il ricorso: il giocatore nei giorni scorsi aveva chiesto scusa per la frase ingiuriosa rivolta al quarto uomo al termine di Roma-Brescia del 2 febbraio. Ora la Corte di Giustizia federale prenderà una decisione in merito tra giovedì e venerdì. Potrebbe restituire un centrale importante in vista di Roma-Napoli, vista anche la squalifica di Burdisso.

  • Occhio Non Vede Media non Duole – Esempi Pratici di Valutazioni Pazzesche 23a giornata

    Ricordi i casi che avevo elencato esattamente 10 giornate fa riguardo alle valutazioni pazzesche dei giornali?

    Per l’ennesima volta ti do una pratica dimostrazione di come sia consigliabile iniziare ad utilizzare la media voto per giocare un fantacalcio più “giusto” e divertente. Statistica a parte, perché non è da tutti.

    Ecco cosa è successo nella 23a giornata appena trascorsa:

    Krasic
    Il caso più eclatante di giornata: esce fuori un 4.5 dalla gazzetta, un 6.5 dal corriere, ben due voti di differenza. Clamoroso il giornalista della gazzetta in questo caso che ha senz’altro visto un’altra partita. O ha sbagliato a scrivere!? Ridicoli!

    Donadel
    Seconda valutazione pazzesca della gazzetta che lo giudica con un 5.5, prova non convincente quindi. Il corriere assegna al viola un bel 7.

    Brocchi, Vives, Candreva
    Altre valutazioni pazzesche della gazzetta che valuta le prove dei suddetti come scarse (5.5) al contrario del corriere (7).

    Barzagli
    Caso meno esclatante ma c’è da criticare anche il 5 del corriere a Barzagli. Stavolta è la gazzetta a non “sballare” con un 6.5.

    Morimoto, Sculli
    A Milano ha giocato male (5), a Roma normale (6).

    Sammarco, Floro Flores, Criscito
    Come Morimoto e Sculli ma al contrario.

    Radu
    Per la gazzetta non bene (5.5) per il corriere più che bene (6.5). Boh!?

    Spesso e volentieri il voto giusto sta nel mezzo, altre volte non basta fare la media, servirebbe proprio la statistica. Oramai non più il voto di differenza ma il voto e mezzo è diventato routine.

    C’è da dire, però, che la gazzetta sta tornando in valutazioni lo scarso giornale di un tempo, quando, poco dopo gli albori, era ancora il corriere a farla da padrone in merito al fantacalcio.

    Al solito, aggiungo, questi sono i casi particolari nei quali sono incappato. Ce ne saranno sicuramente tanti altri.

    Robadamatti.

  • Mutu Fuori Rosa? Non più!

    Mutu cuore viola? In molti non ci avrebbero mai creduto dopo l’ennesima combinata dal rumeno qualche settimana fa alla squadra: Adrian aveva abbandonato l’allenamento per protesta personale contro la società e un suo eventuale trasferimento mal accettato.

    Si è parlato di problemi con il procuratore, di interesse discordanti tra lo stesso procuratore e la società, si è parlato di Cesena, di trasferimento in una grande squadra, poi il vuoto.

    Alle 19 del 31 gennaio Mutu era ancora un calciatore della Fiorentina e – da quel momento si – in molti hanno iniziato a credere che il 10 viola sarebbe tornato a calcare i campi di gioco molto presto. D’altronde, sarebbe stato da sciocchi tenerlo in garage fino a giugno per andare contro i propri interesse in favore di un orgoglio che non avrebbe portato certo quattrini.

    Perché mai far calare la valutazione di Mutu?

    E allora ecco che i fantallenatori più scaltri – quelli che hanno creduto in lui, forse in un suo trasferimento, quelli che lo hanno confermato e quelli che se lo sono aggiudicati in extremis, a pochi spiccioli, sperando in un affare piuttosto che in una sola – saranno ben presto premiati.

    La notizia arriva dal commento di Andrea Della Valle sul mercato invernale di casa: “Ho sbagliato a dire che sarebbero arrivati tre rinforzi, ne sono arrivati due più Mutu, del suo reintegro ne ho parlato anche con la squadra, ma la decisione è mia. Behrami l’abbiamo già visto oggi, e Neto ci serviva. Ci serve più serenità, i giocatori fino al gol di Santana erano visibilmente spaventati“.

    A quanto pare Mutu servirà alla Fiorentina per fare qualche punticino in più.

    Con Jovetic ai box, i viola hanno sentito la mancanza dei colpi di un fenomeno in questa prima metà di campionato, data anche la promessa non mantenuta che di nome fa Ljajic.

    Bentornato Mutu, sperando che il tuo prossimo colpo di testa sia uno di quelli che fa finire la palla in fondo al sacco.