Categoria: Editoriali

  • L’Inter salva il nostro Ranking

    Yes, we can! E il grido di battaglia di Obama torna d’attualità.

    La grande impresa dell’Inter con il Chelsea, osannata persino dai giornali inglesi che acclamano Mourinho come “The King”.

    Ma di fatto l’Inter non ha vinto nulla, se non qualche soldino fresco in più che rimpinguano le casse societarie un po’ provate dal bilancio in rosso delle passate stagioni.

    L’esaltazione sta nell’aver superato uno degli avversari più difficili (insieme al Barcellona) di questa competizione e di averlo fatto come una prova di maturità e di sicurezza sconosciuta da anni in casa nerazzurra.

    Ma c’è dell’altro su cui riflettere e che potrà far piacere a tutte quelle squadre che ambiscono ad un posto in Champions. Per aver diritto a quattro posti infatti, l’Italia è obbligata a stazionare almeno nella terza posizione dell’UEFA Country Ranking 2010.

    Si tratta di una speciale graduatoria che si basa sui risultati ottenuti nelle ultime cinque stagioni dalle squadre di club per ogni paese e che vede al momento l’Italia in lotta con la Germania.

    Il gruppo tedesco, tra Champions e Europa League, ha ancora in gara la bellezza di cinque squadre (Bayern, Stoccarda, Werder, Amburgo e Wolfsburg), mentre l’Italia ne ha solo due (Inter e Juventus).

    Al momento la situazione di classifica è questa:

    3 Italy 15.357 11.928 10.250 11.375 14.000 62.910 2/ 7
    4 Germany 10.437 9.500 13.500 12.687 14.916 61.040 5/ 6

    Certo il divario non è grandissimo (1.870), ma la doppia vittoria dell’Inter dà maggiori garanzie e speranze di mantenere quel posticino in più anche per la stagione 2010/2011 (per quella attuale non ci sono rischi).

    Nel momento in cui scrivo le tedesche hanno già racimolato un coefficiente pari a 14.916, mentre le italiane sono ora a 14.000.
    Non è un vantaggio immenso, purtroppo, e continua ad assottigliarsi.

    Non resta che sperare nell’impresa della Juventus.

    (Questo articolo sarà aggiornato venerdì 19 marzo alla luce dei risultati di Champions ed Europa League)

    Ecco l’aggiornamento sul ranking: leggi Ranking UEFA: Fuori Stoccarda e Werder, la Juve non aiuta.

  • Azzurri, siamo davvero in corsa?

    L ho vista la partita con il Camerun, ho assistito a quella sfida soporifera che mi ha messo tanti dubbi sul mondiale. L’azzurro non va più di moda, verrebbe facile da dire, ma in realtà le sfide pre-mondiali non dicono nulla, non valgono a nulla e soprattutto, è la storia a dirlo, quando l’adrenalina sale la nostra nazionale non stecca e regala tante emozioni.
    Certo questa volta non si capisce dove stanno i veri leader trascinatori.
    In difesa siamo messi male: Cannavaro ha un po’ troppe primavere per reggere un confronto con gente del calibro di Rooney, Robinho, David Villa o Messi. Ranocchia ha mollato sul più bello (io ci speravo tanto) e Nesta ha detto no, scelta che, dicono, non sembra solo sua ma dettata dalla società di via Turati, anche se Galliani si è affrettato a spiegare che lui tifa per Ale e Totti al mondiale.
    Dichiarazioni di facciata? Non possiamo certamente saperlo.
    Sta di fatto che un uomo d’esperienza mondiale serve e, visto che non ha mai deluso l’appuntamento azzurro, un uomo simbolo come Materazzi non lo lascerei come ultima ipotesi e, udite udite, anche Felipe… se proprio vogliamo un oriundo: i suoi bisnonni sono veneti.
    Sulle fasce Zambrotta non è più lui, meglio Criscito e Maggio direi, oltre a Santon che certamente sarà convocato, mentre a centrocampo non ho dubbi: è quello più forte al mondo. Pirlo è un po’ lento, ma lì non serve velocità, De Rossi è unico, Cossu è una bella alternativa, Candreva? Perché no? Marchisio è in assoluto il giovane che più mi ha colpito insieme a Balotelli. Già Balotelli, tutti lo vogliono ma come sempre il furor di popolo non vale un Paolo Rossi. Prima c’era Cassano, poi Pazzini, ora Balotelli e poi, forse, sarà Del Piero.
    Balotelli però sarebbe quel valore aggiunto, quello che se ha voglia ti spacca il mondo. Quello che se ti senti eliminato entra e ti cambia una gara. Molto meglio lui, nato in Italia e italiano da sempre, di un oriundo come Amauri. A proposito, per uno qualunque la cittadinanza sarebbe arrivata tra due anni.

    Li abbozzo io i 23 convocati finali:
    Portieri: Buffon, De Sanctis, Marchetti
    Difensori: Cannavaro, Chiellini, Legrottaglie, Zambrotta, Criscito, Maggio, Santon, Bocchetti
    Centrocampisti: Pirlo, De Rossi, Gattuso, Ambrosini, Perrotta, Montolivo
    Attaccanti: Gilardino, Borriello, Toni, Totti, Di Natale, Pazzini
    Riserve: Amelia, Bonucci, Gamberini, Biondini, G. Rossi, Iaquinta

    E gli esclusi di lusso:
    Portieri: Abbiati, Toldo, Sirigu
    Difensori: Nesta, Materazzi, Felipe, Zaccardo, Ranocchia
    Centrocampisti: Brighi, Thiago Motta, Cossu, Candreva, Camoranesi, M. Rossi
    Attaccanti: Balotelli, Cassano, Quagliarella, Del Piero, Amauri

    A voi commenti e proposte.

  • Il Noif e le regole che non comprendo

    Come al solito – vorrei trasformarlo in un appuntamento fisso – mi piace commentare l’applicazione del regolamento e delle regole federali del giuoco del calcio. Dopo aver pesantemente criticato la regola della bestemmia e l’ingiusta gogna mediatica all’indirizzo di Buffon, in assoluto uno dei più corretti al mondo, puntiamo il dito su alcuni provvedimenti che si leggono nei comunicati del giudice sportivo del 22 febbraio 2010.
    Partiamo dalla stangata all’Inter: 1 giornata a Samuel e Cordoba per espulsione, più che giustificate e fa bene l’arbitro nel referto a parlare (nel caso di Samuel) di fallo da ultimo uomo tagliando la testa al toro sul problema se andasse ammonito o espulso direttamente(nei fatti cambiava poco visto che Samuel era già ammonito). Così facendo però rimane anche diffidato. 3 giornate a Mourinho: poco da dire, provvedimento sacrosanto, anche in virtù della recidiva. Simili gesti, quello delle manette, anche non avesse voluto dire quello che tutti hanno capito, non sono accettabili in Italia e, anche se straniero, deve adeguarsi. Poco comprensibili, per il fatto che non eravamo lì, le due giornate a Cambiasso e Muntari.
    Si legge:
    CALCIATORI NON ESPULSI
    SQUALIFICA PER DUE GIORNATE EFFETTIVE DI GARA
    CAMBIASSO Esteban Matias (Internazionale): per avere, nell’intervallo, nel sottopassaggio
    che adduce agli spogliatoi, tentato di colpire con un pugno un calciatore della squadra avversaria;
    infrazione rilevata dai collaboratori della Procura federale.
    MUNTARI Sulley Ali (Internazionale): per avere, al 35° del primo tempo, uscendo dal terreno
    di giuoco per la sostituzione, rivolto ripetutamente un’espressione ingiuriosa agli Ufficiali di gara;
    infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale.

    Nel caso di Cambiasso è un collaboratore della procura federale ad accorgersene e non l’arbitro. Nulla questio
    Nel caso di Muntari è la terna (anzi il quartetto in questo caso) arbitrale che se ne accorge. Perché non lo mandano via? Perché non espellerlo?
    La regola dice:
    L’arbitro ha la facoltà di punire un calciatore e anche un allenatore o un qualsiasi dirigente presente in panchina, per cattiva condotta, gioco violento o proteste. Il direttore di gara può estrarre il cartellino giallo come ammonizione e il cartellino rosso che comporta l’espulsione del giocatore. Anche un giocatore in panchina può essere punito con i medesimi provvedimenti. Nel caso venga espulso un dirigente o un allenatore, questi viene allontanato dalla panchina senza l’esposizione del cartellino.
    Il ricorso dell’Inter credo verterà proprio sull’errore tecnico dell’arbitro.
    C’è da dire però, che Muntari era sì in panchina, ma sostituito. Cambia qualcosa?
    Niente prova tv per Sokratis Papastathopoulos (Soc. Genoa) nei confronti del calciatore Floro Flores Antonio (Soc. Udinese). La dinamica dell’azione e la limitata energia impressa al movimento del braccio non evidenziano
    infatti, nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, quell’intenzionalità lesiva che deve necessariamente connotare la violenza dell’azione.
    Infine, anche se meno interessante, l’esimente di cui di cui all’art. 13, n. 1. lett. a) b) ed e) del Codice di Giustizia Sportiva, che vi invito a verificarlo, ha efficacia solo per il Milan. In pratica quando si fanno esplodere dei petardi la società viene punita con una multa ex art. 12, n. 3, a meno che non ricorrano i presupposti citati dalle esimenti citate, non applicabili con recidiva continuata. Il Milan non ha mai preso un euro di multa dalla prima giornata ad oggi grazie a questo artifizio.

  • Personalità, Accelerazione, Tiro e Opportunismo: ecco a voi Pato

    Continua la serie di articoli dedicati ai fenomeni del campionato italiano. Ricordi quando ho parlato di Balotelli?

    Oggi si cambia nazionalità ma la sostanza rimane sempre quella.

    Non lo si vedeva calcare i campi da gioco da più di un mese eppure al rientro, entrato per caso dopo 10 minuti di partita a causa dell’infortunio di un compagno, sembrava non avesse mai abbandonato.

    Una innumerevole quantità di passaggi sbagliati hanno dimostrato che gli mancava sentire l’atmosfera di una partita ufficiale ma lo scatto e l’accelerazione che lo contraddistinguono hanno fatto vedere nuovamente di che cosa è capace Alexandre Rodrigues da Silva detto Pato, dal nome della città di nascita Pato Branco.

    Un giocatore stellare alla sola età di 20 anni, nonostante Leonardo si ostini a farlo giocare ala destra. Non puoi pensare agli altri che hai a disposizione, ai moduli giusti di gioco, a null’altro.
    Un fenomeno del genere, perché di fenomeno si tratta, deve essere lasciato libero di giocare come vuole, gli devi dire “Va a fare quello che vuoi, divertiti e segna!” e aspettare che ti delizi gli occhi con la palla ai piedi.

    Già perché uno come Pato se lo decide ti punta e ti salta, e stop, non puoi neanche pensare di fermarlo, perché prima che tu lo faccia lo hai già perso. E come se non bastasse è dotato di una potenza di tiro che a stento credi la possa avere un ventenne, corredata da una precisione altrettanto spaventosa.

    Insomma, ha margine di miglioramento, essendo ancora giovane, potrai dire, oggi in fondo non ha fatto una partita da 8.

    Ma se dovesse migliorare ancora? Dove arriverà?

  • Mario Balotelli: un fenomeno nelle mani sbagliate

    Tra poco sono in viaggio e starò lontano da forum e sito per qualche giorno. Confido nello SFanta Team per il mantenimento dell’ordine generale.

    Prima di andar via, passando su SFantacalcio, pensavo ad un argomento che mi frulla in testa da un po’ di partite a questa parte: Balotelli, non sarebbe meglio se andasse via?

    A parere di molti, mio incluso, Mario Balotelli è un fenomeno del calcio moderno, ha tutte le qualità per essere un calciatore fuori dal comune. Eppure…
    Eppure da un paio d’anni non viene valorizzato a sufficienza e vive, evidentemente, in un ambiente che non può garantirgli la giusta maturazione per arrivare allo status, permettetemelo, di calciatore affermato.

    Lo stesso Amantino Mancini appena arrivato a Milanello, senza che nessuno gli chiedesse niente, e con la probabilità di ritornare nella Milano nerazzurra in estate, ha affermato come prima considerazione assoluta che nel Milan si respira un’altra aria.
    Certo, non era facile pensarlo dopo il suo “excursus” nell’Inter, dopo che Mou gli aveva chiesto di rimanere perché aveva bisogno di lui e poi s’è visto cos’è stato, poteva forse risparmiarselo per rispetto dei compagni di squadra.
    Di certo credo sia un’altra dimostrazione di quanto è trasmesso da tutto l’ambiente.

    Digressione a parte, Supermario vive in un mondo tutto suo e il suo attuale allenatore non fa altro che ri­cordarglielo, creando sempre un caso pubblico per ogni minima situazione che si viene a creare, cosa che non vale per tutti, non vale per la squadra, sussiste solo per lui.

    Si tratta di due pesi e due misure.
    Chi di voi s’è domandato cosa sarebbe successo se fosse stato Balotelli, e non Sneijder, dopo neanche mezzora di derby, ad applaudire insistentemente l’arbitro e ripetergli “bravo”?
    Chi di voi s’è domandato cosa avrebbe fatto Mourinho, cosa avrebbe detto a Balotelli, come avrebbe reagito?
    Sarebbe andato forse in conferenza stampa a dire che l’arbitro ha sbagliato? Che l’applauso non è un’offesa vera? Avrebbe difeso Supermario anche senza il successivo appoggio del suo Presidente e dello stesso calciatore coinvolto?

    Per di più gli arbitri non farebbero tentativi di sconto a Balotelli, come era stato tentato con Sneijder. Colpa sempre del caso pubblico che si crea attorno al giocatore ogni poco.

    Ricordo anche quando Balo­telli prese un colpo in un occhio che si riempì di sangue durante una partita di Coppa Italia, richiamò l’attenzione della pan­china e in cambio arrivarono i gestacci del suo al­lenatore.

    Mario Balotelli spesso e volentieri supera il limite, come è stato sicuramente nell’ultima partita di Coppa durante l’ultima lite della serie con Mourinho. Sono volate parole grosse si dice, adesso si aspetta la bacchettata.

    Ora mi chiedo ancora, in uno spogliatoio in cui la regola che vale per lui è diversa da quella che vale per gli altri, in cui c’è uno spiccato senso di ingiustizia, si può maturare?

    Mario, perché non te ne vai altrove? Vogliamo vederti esultare come un pazzo quando segni. Vogliamo vederti felice tanto così.

  • Spezzatino Serie A, fantacalcio caos

    La rivoluzione è già in atto e un primo antipasto arriva con il derby Milan e Inter al venerdì.

    Non bastavano la tessera del tifoso, lo scudetto in poltrona e Chievo – Inter all’ora di pranzo a cambiare le nostre abitudini, ora quella mente sadica della Lega calcio, figlia del business non certo del calcio come piace a noi, si adegua ai più moderni sistemi europei.

    Si studia un calcio molto diverso, che tenga conto delle esigenze tecniche e della valorizzazione del calcio italiano all’estero, della competizione con gli avversari europei che già ci hanno superato in risultati, fatturati e innovazione di sistema.

    Un calcio che tenga conto delle esigenze degli spettatori, delle televisioni e degli sponsor: quelli che garantiscono il fatturato, non certo i tifosi che pagano il biglietto o noi poveri fantallenatori, costretti a inventarci le formazioni senza nemmeno sapere i convocati.

    Si sta studiando un nuovo palinsesto del campionato che sarà sempre più spalmato, nelle giornate e negli orari: si sta discutendo se far giocare le due partite di anticipo delle squadre impegnate in Champions in contemporanea alle 20.45 o slittarle alle 19 (per dar modo al pubblico di seguirle allo stadio e a casa) e alle 21, anche per esigenze televisive. Una corrente di pensiero tenderebbe a mantenere una partita al venerdì sera anche quando non c’è la Champions.

    Nell’immediato, quasi certamente già Milan-Udinese (precede Milan-Manchester di martedì 16 febbraio) si giocherà venerdì 12 alle 20.45 e Catania-Inter (prima di Chelsea-Inter di martedì 16 marzo) sarà anticipata a venerdì 12, sempre di sera.

    Il sabato resteranno le due gare di chi gioca in Champions il mercoledì (18 e 20.45).

    La domenica una gara alle 12.30 per il mercato internazionale che con il fuso orario se la guarda ad ora di cena. Poi una gara di sera. E l’altra novità è giocare, forse non sempre ma spesso, una gara di A il lunedì sera. L’eventualità è già prospettata nel bando per i diritti tv.

    Il fantacalcio? Beh, se non calcolano chi paga il biglietto allo stadio, cosa gliene frega di chi al massimo naviga tra le pagine di sfantacalcio.com!

  • Clapa: un rientro con i fiocchi

    clap-rientroChe sia la volta buona. L’inizio, non c’è che dire, non è male per nulla. Qualcuno ce l’hai alle calcagna, pronto a rubarti la pole, ma dopo un paio di anni per così dire quasi in sordina, sembri aver (altro…)