Categoria: Calcio

Tutto ciò che riguarda il Calcio: Serie A e B, Estero, Competizioni Europee e Nazionale Italiana

  • Camoranesi, Calciopoli e i due scudetti in discussione

    Quanta roba per questa rubrica. Difficile fare uno screening tra i vari argomenti, senza passare per calciopoli e analizzare le decisioni, su alcune delle quali meglio fare sin da subito chiarezza, del giudice sportivo:

    CAMORANESI “SALVATO” DALL’ARBITRO.

    Partiamo da Camoranesi e dalla lotta scudetto che vedrà venerdì una tappa fondamentale. In Inter – Juventus Camoranesi non sarà squalificato, nonostante la gomitata volontaria e più che evidente rifilata a Daniele Conti nella gara col Cagliari di Domenica scorsa. Il procuratore federale ha predisposto la prova tv, inviando per tempo (fax inviato alle ore 10.59 di lunedì) la segnalazione al giudice sportivo Tosel. Ci sarebbero minimo tre giornate di squalifica da dare, visto che lo stesso Tosel osserva come “le immagini televisive documentano che, nelle circostanze segnalate, il calciatore juventino, con rapido movimento, alzava il braccio sinistro all’altezza della spalla, colpendo con il gomito il volto dell’avversario, che cadeva al suolo con atteggiamento sofferente”. Ma a salvare Camoranesi sono le dichiarazioni rilasciate dall’arbitro Valeri, il quale, attraverso una e-mail, fa sapere che “ho reputato un normale contatto di giuoco quello avvenuto tra i due calciatori e null’altro”. Al di là dei sospetti naturali, chiariamo che il G.S. ha in questo in caso le mani legate, per i limiti imposti dall’art. 29, n. 3 CGS, che vieta al giudice di pronunciarsi se l’arbitro ha visto l’azione. Grave errore dell’arbitro, dunque.

    QUAGLIARELLA E’ UN 2+1.

    Più semplice da comprendere, parlo ovviamente a livello idealistico, la tripla squalifica di Quagliarella. Le espressioni ingiuriose e il pesante insulto rivolto all’arbitro dopo l’espulsione (doppia ammonizione) costano al giocatore due giornate di squalifica, come previsto dal CGS. La terza giornata è solo addizionale, in quanto il giocatore era stato espulso per proteste e sarebbe stato comunque squalificato per un turno.

    CALCIOPOLI: ECCO LE PROSSIME TAPPE.

    Domani mattina è in programma una tappa decisiva nel procedimento penale che vede implicato, tra gli altri, Luciano Moggi, con i suoi legali pronti a consegnare agli atti una serie di intercettazioni telefoniche – a loro dire – mai sbobinate e che dimostrerebbero come fosse un malcostume diffuso quello di chiamare i designatori e gli arbitri. Nulla di illecito -almeno per quello che ho letto fino ad ora – ma è chiaro come una simile circostanza dimostri un accanimento inquisitorio nei confronti di Moggi teso a dimostrare con le sole prove indiziarie una associazione ben circoscritta che operava nel mondo del calcio. Chiaro che poco importa l’aspetto penale ad un blog come il nostro nel quale si predilige quello sportivo, ma i riflessi sul mondo del calcio possono essere importanti. Leggo sul Tuttosport di questa mattina un’esclusiva assoluta sull’apertura di un fascicolo da parte della Figc. Nessuna esclusiva, in realtà sul nostro forum avevamo già ampiamente anticipato.
    Ma spiego meglio le prossime tappe:
    – Dopo l’acquisizione agli atti delle nuove intercettazioni, il procuratore federale Palazzi chiederà alla procura di Napoli di poter acquisire e prendere visione di queste nuove fonti di prova;
    – Le intercettazioni saranno quindi valutate e inserite nel fascicolo dell’inchiesta che sarà comunque aperta, è un atto dovuto;
    – Se Palazzi lo riterrà opportuno potrà richiedere ai tesserati (e solo per loro sarà obbligatorio) interessati o informati sui fatti di essere sottoposti ad interrogatorio;
    – Se Palazzi riterrà gli elementi raccolti rilevanti per la commissione di qualche illecito sportivo chiederà un rinvio a giudizio per le società e i soggetti coinvolti;
    – Ma se i fatti sono precedenti al 2007, anno in cui è entrato in vigore il nuovo codice con i nuovi e più lunghi termini prescrizionali, dovrà arrendersi alla prescrizione di quei fatti. Avrà quindi due possibilità: o esercitare comunque la richiesta di rinvio a giudizio (ma sarà poi il giudice ad archiviare) o archiviare egli stesso e direttamente l’inchiesta, inserendo però delle valutazioni personali sulla vicenda.

    QUELLO SCUDETTO PUO’ ESSERE REVOCATO?

    Se le società e i dirigenti sono praticamente salvi, se non dall’irrilevanza dei nuovi elementi, sicuramente per i termini prescrizionali, quello che non è salvo è la scelta di revocare quei due scudetti alla Juventus e, soprattutto, l’assegnazione all’Inter di quello 2005/2006.
    Nel primo caso, bisognerebbe però aspettare i tre gradi di giudizio del processo penale, verificare l’eventuale assoluzione piena degli imputati e valutare l’eventuale rivisitazione di quel processo, che potrebbe così restituire quegli scudetti alla Juventus, togliendone uno all’Inter e riabilitando così lo stesso Moggi nel mondo del calcio.
    Si tratta di un’eventualità, a mio modesto avviso, piuttosto remota dal momento che esiste già una condanna penale di primo grado nei confronti di Giraudo, il quale – a differenza di Moggi – scelse il rito abbreviato per assicurarsi uno sconto di pena. Riterrei contraddittoria una scelta diversa da parte dello stesso giudice nei confronti di Luciano Moggi, a meno che i nuovi elementi non siano davvero decisivi.
    Nel secondo caso citato, quello di revocare lo scudetto all’Inter, manca effettivamente un termine prescrizionale. La decisione fu presa dal commissario straordinario Guido Rossi e fu atto discrezionale. La federazione ha il potere discrezionale di deliberare la non assegnazione del titolo di Campione d’Italia alla squadra divenuta prima in classifica in seguito alla penalizzazione delle squadre che la precedevano, se alla luce di criteri di ragionevolezza e di etica sportiva, le circostanze relative al caso di specie rendono opportuna tale non assegnazione. I fatti illeciti sono prescritti, l’etica sportiva potrebbe far sorgere dei dubbi.
    Ma è anche vero che condicio sine qua non di quell’assegnazione fu una sentenza sportiva. Ed è solo quella, una nuova si intende, che potrebbe rimettere tutto in discussione, anche da un punto di vista etico.
    Ma se gli altri fatti sono già prescritti, servirebbe un atto discrezionale questa volta su nessuna base normativa. Si creerebbe un precedente sconosciuto alle società civili.

    IL COLPO DI SCENA CI SARA’?

    Lo hanno annunciato come un colpo a sorpresa. Un’intercettazione, sinora inedita, in cui un presidente di serie A chiede a uno dei due designatori di passare a casa dell’azionista di maggioranza del club perché ha un regalo per lui. Si tratterebbe di un club sinora mai coinvolto in Calciopoli. Che sia proprio l’Inter??
    In questo caso gli scenari potrebbero mutare sensibilmente!

  • Curva Rossonera In Sciopero: Era il momento giusto?

    Milan-Catania! Sabato l’Inter ha pareggiato a Firenze contro i viola, a San Siro il Milan ha la possibilità di avvicinarsi ulteriormente all’Inter e, se la Roma dovesse vincere, di portarsi a due lunghezze dalla testa. Sfida assolutamente fondamentale per la lotta scudetto.

    E il tifo?

    Sciopero di 5 minuti contro la Lega e Sky, per i diritti televisivi, che hanno fatto spostare Palermo-Milan. Io non metto in dubbio che i motivi dello sciopero siano giusti, anzi giustissimi, dato che molte persone fanno di tutto per seguire la propria squadra del cuore, e addirittura molti tifosi del Milan avevano già comprato i biglietti aerei per Palermo. Quindi niente in contrario con la protesta, anzi solidarietà ai tifosi rossoneri, ennesime vittime di questo calcio che ha un solo obiettivo: i soldi.

    Ci voleva il “dodicesimo in campo”!

    Era proprio la situazione adeguata per fare avanti i propri disappunti? Domenica San Siro doveva essere una bolgia, caricare e spingere il Milan alla vittoria, per “mangiare” gli avversari e spingerli ancora di più verso una lotta scudetto che si fa ancora più avvincente.

    Già all’ingresso in campo dei giocatori per il riscaldamento, ci doveva essere un boato, un spinta per i rossoneri, che avrebbero dovuto pensare: “Oggi li uccidiamo!”, e invece è mancato quest’apporto decisivo.

    Se il Milan ha toppato il primo tempo, non è stato per i tifosi, ma questa freddezza di inizio partita senza alcun dubbio ha influenzato la partita. Ed in generale nell’ambiente milanista, e nei tifosi più nello specifico, non vedo quella convinzione e quella cattiveria giusta per andare a prendere gli obiettivi importanti.

    Beh, questa non l’ho capita proprio. Ma da una tifoseria che fischia Maldini, molte cose non verranno capite…

  • “Giochi” Preziosi, Messi Scartati

    L’hai sentito l’invervento del Presidente Enrico Preziosi a Sky Sport 24?

    Si parlava di un certo Lionel Messi, si celebrava il suo talento.

    Ecco il video:

    Come hai potuto ascoltare il Presidente afferma che Messi fu scartato dal Como, forse per voler rivendicare il titolo di scopritore del fenomeno. argentino.

    Come sempre succede le società italiane hanno sempre interesse per i giocatori più pronti e si pensa sempre poco ad investire per il futuro. Così è sfumato l’affare Messi. Mi ricordo che c’era anche quella voce che era troppo piccinin.

    Ovviamente “non per scaricare la colpa“, il “fenomeno” non fu lui ma qualcuno del settore giovanile che si occupava “delle cose dei ragazzi giovani“.

    Le fonti ufficiali riportano che Messi alla fine dell’anno 2000, a 13 anni quindi, arrivò a Barcellona.

    Anche Cristina Cubero, inviata di El Mundo Deportivo, sembra smentire la versione dell’imprenditore aggiungendo il particolare aneddoto sul suo mentore Charlie Rexach, che, per paura di perdere un simile talento, fece firmare a Messi il primo contratto su un tovagliolo di carta.

    Adesso mi chiedo, sarà una cazzata quella di Preziosi?

    Possibile che dal Barcellona, dopo quello che fece il ds Rexach, si spostò in Italia, a Como, per fare un provino?

    Chissà a quest’ora il Como…

  • Calciopoli Finirà Mai?

    Da un po’ di giorni sul Forum di SFantacalcio si seguono le vicende dell’ultimo periodo su quel famoso processo che sembra non aver mai fine.

    Da tifoso, e lettore che non si stanca mai di leggere, non riesco a placare la confusione che continuamente mi perseguita se penso al calcio, non riesco a fare a meno di cercare una risposta ad un milione di domande e quesiti che sono tornati, sembrerebbe, di moda.

    Con un’ultima intercettazione, facilmente reperibile sul web, uscita fuori in questi giorni, le domande e la mia perplessità sono aumentate notevolmente.

    Odio i ricordi, normalmente, quindi mi son fatto aiutare da Mario Incandenza dell’Associazione Ju29ro Team per chiarire qualche cosa.

    Vado al dunque.

    27 ottobre 2008, rito abbreviato su Calciopoli

    In risposta agli imputati che sostenevano che “tutti parlavano con tutti” il pm Narducci afferma:

    Balle smentite dai fatti. Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo, o Pairetto, con il signor Moratti, o con il signor Sensi, o con il signor Campedelli.
    Ci sono solo quelle persone, perchè solo quelle colloquiavano con i poteri del calcio.
    I cellulari erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti dicono che non è vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzini, o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle”.

    23 marzo 2010, Napoli – Controesame del teste Auricchio

    L’avvocato Prioreschi chiede perché non ci sono le telefonate tra Bergamo e Moratti.
    Auricchio: Non lo so, non so dare spiegazioni
    PM: E’ l’avvocato che lo dice, ma non può dimostrare nulla
    Auricchio: Tutte le telefonate intercettate sono state riportate, e quelle che non sono state riportate sono state compendiate. Facchetti avrà chiamato su altro numero.

    9 gennaio 2005 ore 12:53 poco prima di Inter-Sampdoria 3-2 (colloquio tra lo scomparso Giacinto Facchetti e il designatore Paolo Bergamo, saltato fuori solo 4 anni dopo)

    Facchetti: Pronto Paolo, sono Facchetti.
    Bergamo: Buongiorno Giacinto.
    Facchetti: Sto andando allo stadio l’ho detto con i miei di avere con Bertini un certo tatto, una certa disponibilità. L’ho detto con i giocatori, con Mancini e gli altri.
    Bergamo: Vedrai che sarà una bella partita.
    Facchetti: Va bene.
    Bergamo: Viene predisposto (Bertini ndr) a fare una bella partita.
    Facchetti: Si si, va bene.
    Bergamo: È una sfida che vedrai la vinciamo insieme.
    Facchetti: Volevo solo dirti che l’ho fatto (riferendosi al fatto che ha parlato alla squadra per non tenere un atteggiamento sbagliato nei confronti di Bertini ndr).
    Bergamo: Vedrai che le cose andranno per il verso giusto poi la squadra sta ricominciando ad avere fiducia, a fare i risultati, fa morale….

    Sarà interessante vedere come opinionisti e editorialisti, che 4 anni fa mi raccontarono (non di persona) molte stupidaggini, tenteranno di arrampircarsi sugli specchi.

    Confusione

    Beh, mi aiuto anche con qualche altra fonte per ricordare le parole di Moratti,

    di oggi, arrabiato e duro:

    «Il tentativo di coinvolgere l’Inter in questa storia è una vergogna; non sarebbe nemmeno da sottolineare che questo è un ribaltamento ridicolo, che offende e che non ci lascia per niente indifferenti, perché è veramente una cosa orrenda. Io capisco che chi si deve difendere faccia di tutto; per questo mi dispiace di più per chi lo segue, anche sulla stampa e alla televisione, sperando che ci sia qualcosa. Questo lo trovo veramente molto offensivo».

    e di qualche anno fa, a giugno 2006:

    «Penso agli investimenti fatti in questi undici anni e non parlo soltanto dell’aspetto economico, che pure non è stato cosa da poco, ma anche delle domeniche di sofferenza e di ansia per la squadra. E alla sensazione che qualcosa non funzionasse, senza mai riuscire ad arrivare al cuore del problema. Qui sono stati presi in giro soprattutto i tifosi».

    Ed era stato chiaro nel reclamare lo scudetto 2006:

    «Non darlo significherebbe che tutti sono colpevoli».

    In questi quattro anni, Moratti non ha mai cambiato idea.

    Si aggiunge – o NON si aggiunge, a te la scelta – il silenzio di Galliani sulle trascrizioni di queste ore che stanno coinvolgendo anche il Milan, già punito nella prima fase di Calciopoli:

    «Dopo l’estate del 2006, che mi diede molte sofferenze, feci il giuramento di non parlare più delle vicende di quattro anni fa. Quindi, non voglio commentare una pagina particolarissimissima del calcio italiano. Taccio e non si sbaglia mai».

    Insomma non riesco a capirci granché, molta confusione.

    Una serie di domande mi saltano in testa

    La prima riguarda la tempistica di queste nuove intercettazioni: quando si è trattato di Moggi, hanno trascritto anche quella tra lui e la moglie sul panettone da portare a cena a casa di Pairetto. Perché queste escono fuori solo ora?

    Una telefonata come questa sopra tra Facchetti e Bergamo, nel clima del 2006, sarebbe stata interpretata come prova di illecita commistione tra dirigenti di club e dirigenti arbitrali?

    Frasi come “viene predisposto a fare una bella partita“, o “E’ una sfida che vedrai la vinciamo insieme” detto alle 12:53, due ora prima dell’inizio della partita, se dette da Luciano Moggi (per la cronaca non esistono telefonate di Moggi di questo tenore, forse era più furbo) che senso avrebbero avuto?

    Chiamare i designatori era lecito o non era lecito? O meglio, a quei tempi era lecito e lo facevano tutti? Adesso esce fuori? Perché prima non era così, non lo è stato finché non sono cominciate a uscire queste nuove intercettazioni?
    Prima si negava? Si mentiva?

    Perché dopo Farsopoli viene cambiato il Codice di Giustizia Sportiva proibendo questo tipo di contatti?

  • Ah, Come Mancherà Maurizio Mosca

    Lo ricordi sicuramente per il suo famosissimo “Ah, come gioca Del Piero!”

    Sono quasi commosso, dispiaciuto, sebbene non lo conoscessi di persona, per la scomparsa di Maurizio Mosca, 70 anni.

    Maurizio è mancato oggi, 3 aprile, a Pavia, ancora non conosciute le cause del decesso.

    Non l’ho mai valutato come un grande giornalista e oggi stesso in TV, nel saluto di Guida al Campionato, Mino Taveri – lui si uno dei più grandi giornalisti italiani – ha spiegato come normalmente non si facesse vedere in televisione per le qualità giornalistiche che realmente possedeva.

    Tutti, nessuno escluso, in redazione, stravedevano per lui.

    In ogni caso, a prescindere dal giornalista, era sicuro uno dei personaggi più piacevoli che “girava” in televisione e nel mondo del calcio italiano, uno di quelli che ti faceva venir voglia di discutere e divertirti dietro allo sport più bello del mondo.

    La Carriera

    Lavora per prima al quotidiano La Notte per poi passare alla Gazzetta dello Sport, dove rimane per vent’anni.

    Dirige il periodico calcistico Supergol ed passa poi alla tv sulle reti Mediaset e regionali.

    Alla fine degli anni Ottanta è protagonista a Calciomania con Cesare Cadeo e Paola Perego, allora moglie di Andrea Carnevale.

    A Mediaset lo ricordiamo per la presenza a Guida al Campionato, oggi stesso stavamo aspettanodo di vedere il suo celebre Pendolino e sentire qualche nuova “bomba”, spesso inventata di sana pianta.

    Da ricordare L’appello del martedì, trasmissione durante la quale andava in scena vestito con toga e copricapo da magistrato, “celebri alcuni suoi siparietti con Herrera e Zeffirelli”, i siparietti divertenti al Processo di Biscardi e le sue trasmissioni sulle reti private.

    In ultimo le ospitate a Studio Sport: con foglio di carta in mano leggeva il suo punto personale sul calcio italiano.

    La Persona

    Maurizio Mosca è descritto come una persona gentilissima e disponibile, espressione del calcio divertente.

    Amava lo spettacolo, oltre a farlo personalmente, amava i giocatori che lo creavano, quelli di classe, e creava tormentoni e campagne del bel gioco per sponsorizzarli. Riusciva a stemperare le tensioni con tanta allegria, non tutti nel suo campo ne sono capaci ancora oggi.

    Ciao Maurizio, grazie per i tuoi show, per le tue sceneggiate, per i tuoi tormentoni!

    Una cosa è certa, mi mancherai!

    Come mancherai a tutto i tifosi del calcio italiano!

  • Se anche Bettega ha perso lo stile…

    Il vice direttore generale della Juventus Roberto Bettega è stato inibito, da ogni carica federale, fino al 20 aprile prossimo dal giudice sportivo “per avere rivolto reiteratamente espressioni ingiuriose all’arbitro“, nel sottopassaggio che porta agli spogliatoi durante l’intervallo della partita di domenica all’Olimpico di Torino contro l’Atalanta.
    Il direttore di gara in questione era Gervasoni della sezione di Mantova.

    Leggo questo sul giornale di questa mattina e ho un sussulto. Penso: ma cosa succede alla Juventus?

    I tifosi che contestano e aggrediscono (era solo una scappellotto ma poco cambia) Zebina, quest’ultimo insieme a Felipe Melo manda a quel paese i suoi tifosi, la società non riesce a comprendere la differenza tra un brocco ed un campione e persino l’ultimo residuo della Triade, l’unico ad uscirne pulito, perde il suo stile e sbraita come nemmeno uno scaricatore di porto.

    Un tempo, narrano le cronache, quando la famiglia Agnelli aveva a cuore le sorti di questa squadra, prima ancora di quelle di Chrysler e Opel, a discapito degli stabilimenti  di Termini Imerese e Pomigliano d’Arco – per le quali hanno intascato bei soldoni dello Stato -, Montezemolo & Co., che si erano fatti pionieri delle sventure di Blanc e il suo entourage, furono spediti a casa. Rifondazione, fu la parola d’ordine. Ma dov’è ora quella proprietà? Non basta cacciare fuori i soldi se poi questi vengono investiti per brocchi incapaci di fare la differenza e spacciati per campioni assoluti. Non basta più la scusa di calciopoli, perché è impossibile che in 4 anni non si sia riuscito a costruire un gruppo in grado di reggere il confronto (non dico con l’Inter, ma almeno) con la Roma e con tutti gli annessi problemi che la società capitolina ha avuto dalla morte di Franco Sensi ad oggi.

    Possibile che con tutti quei soldoni non si riesca a competere per il quarto posto in campionato?

    I maligni direbbero: senza il doping amministrativo di Giraudo, il doping al nandrolone di Agricola (per il quale – prescrizione a parte – il reato è stato accertato in tre gradi di giudizio), le magagne di Moggi e le procure confezionate dal figlio e dalla sua Gea, la Juve diventa una squadra del calibro del Palermo?

    Troppo semplicistica questa equazione da un lato, troppo banale e inflazionata quella del dissesto di calciopoli dall’altro.

    La questione più importante è il disinteresse della proprietà, l’indifferenza nell’accettare che il Ranieri scaricato come l’ultimo dei peggiori stia ora lottando per vincere lo scudetto con una squadra che ha 270 milioni di euro di debiti.

    Cosa c’è di peggio? Che l’unica alternativa non sia davvero quella di cedere la mano?

    In fondo al tunnel c’è sempre la luce, ma in questo caso, forse, i tifosi sperano in un tunnel illuminato artificialmente: FIAT LUX!

  • A.A.A. Cercasi competitività internazionale

    Si è parlato e riparlato del ranking UEFA che potrebbe declassare l’italia facendo disputare la Champions League a solo 3 squadre, ma ultimamente vedendo la classifica e il rendimento delle squadre interessate ad ambire un posto in Europa per la prossima stagione mi è sorto un dubbio: ma siamo davvero sicuri di voler mantenere il quarto posto in champions e fare una pessima figura come è successo negli ultimi anni?

    Mi soffermo soprattutto su squadre come la Roma, incapace di arrivare agli ottavi di Europa League ed eliminata da un modesto seppur combattivo Panathinaikos, la Juventus, vera delusione stagionale, incapace di vincere e di imporre un minimo di gioco in qualsiasi competizione, il Palermo, la Sampdoria, il Napoli, il Genoa, compagini con pochissima esperienza internazionale e a mio parere improponibili come partecipanti alla coppa più importante d’europa.

    A questo punto bisogna comportarsi da sportivi e ammettere la nostra inferiorità e affidare le speranze ‘italiane’ all’armata neroazzura, unica ancora in corsa per un gradino tra le grandi del vecchio continente e con una rosa competitiva, al Milan di coppa che negli ultimi anni è riuscito ad essere protagonista e, perchè no, in questa lista inserirei la Fiorentina, che ha ben figurato negli ultimi anni e che la sola sfortuna l’ha cacciata dall’olimpo ma che ora è lontana dal qualificarsi per i preliminari.

    Il calcio non è fatto solo di numeri e statistiche, lo sappiamo tutti, la palla è rotonda quindi niente vieta ‘ad una Samp’ di vincere l’anno prossimo la coppa dalle grandi orecchie ma, parliamoci chiaro, non è possibile mandare in Champions squadre con rose, esperienza e fatturato nettamente inferiori rispetto ai colossi stranieri; si rischia di fare figuracce internazionali!

    Sarà questione di giocatori, di milioni di euro, di politica,  ma per ora si prospettano tempi bui per il calcio italiano, dobbiamo e dovremo farci l’abitudine ma soprattutto è necessario un rinnovamento sin dalle radici per poter risalire sul tetto d’Europa e riconquistare un minimo di dignità.

  • Mutu, arriva la squalifica

    Giochiamo d’anticipo su Mutu. “Bruciamo” tutti.
    Plurale d’obbligo, inteso come redazione di Sfantacalcio.

    Dopo la sospensione precauzionale operata dalla stessa Fiorentina, infatti, è in arrivo la sentenza, o meglio il deferimento della procura antidoping, azione disciplinare che specificherà un dettaglio decisivo per l’entità della pena applicabile dal Coni. Con il deferimento sarà infatti specificato anche il giorno dell’udienza, lo stesso in cui poi ci sarà la sentenza. Probabile che nello stesso provvedimento vengano anche avanzate le richieste di pena.

    Cosa rischia.
    Tanto e poco. Dipende dall’applicazione o meno della recidiva. Il fantsista rumeno ha infatti una precedente squalifica per doping, per cocaina, ma risale ai tempi in cui giocava nel Chelsea, quando fu la stessa società londinese che nel 2004 operò dei controlli, non ufficiali, sul giocatore.
    Proprio su questo giocheranno gli avvocati difensori del calciatore viola, che altrimenti rischierebbe da 1 a 4 anni di squalifica.

    Se passa la linea difensiva: da uno a tre mesi, quindi subito in campo a disposizione di Prandelli.

    Perché dal computo vanno sottratti i giorni di auto-sospensione.

    Le linea difensiva.
    Mutu ha rinunciato alle contro analisi e questo dovrebbe portarlo ad un’automatica riduzione della pena. Inoltre, la difesa indica anche un assunzione inconsapevole del farmaco dimagrante contenuto in una confezione di pillole lassative acquistata in un’erboristeria romena dalla madre del calciatore. Un’evidenza provata dalla confezione delle pillole che non segnalava la presenza della sibutramina (la sostanza incriminata).

    ZOOM SULLA MOVIOLA

    Pochi episodi questa settimana da commentare.
    Evitando di fare una noiosa moviola, in stile italiano, mi limiterò al caso di Chievo-Catania, finita sotto inchiesta per un pari forse un po’ troppo annunciato, ed in particolare al rigore concesso a Maxi Lopez per il fallo subito ad opera di Yepes, che tanto ricorda l’episodio del rigore concesso a Del Piero contro il Genoa. Anche in questo caso c’è l’assenza di dolo, manca cioè la volontarietà di commettere infrazione, ma la regola 12 ammette l’esistenza anche della colpa (cioè non volontaria), riferendola a negligenza, imprudenza o vigoria sproporzionata.
    La regola fornisce anche una spiegazione delle tre condotte, che indirizza la mia attenzione verso la prima ipotesi (negligenza) e non verso l’imprudenza come erroneamente riportato dai principali organi d’informazione.
    “Negligenza” significa che il calciatore ha mostrato una mancanza di attenzione o considerazione nell’effettuare un contrasto o che ha agito senza precauzione. E’ l’unica delle tre ipotesi che non prevede il giallo, che di fatti non arriva per Yepes.

  • Ranking UEFA: Fuori Stoccarda e Werder, la Juve non aiuta

    Felice per il successo e per l’apprezzamento del precedente post sul nostro ranking UEFA (dell’Italia) attuale, chiaramente da rivedere alla luce della debacle juventina in terra londinese, che rende inutile la sconfitta dello Stoccarda e del Werder Brema, aggiorno la situazione del nostro paese.

    Il Punto

    Per aver diritto al passaggio di quattro squadre in Champions League l’Italia è obbligata a stazionare almeno nella terza posizione dell’UEFA Country Ranking 2010.

    Siamo messi male!

    Brutte notizie gente, le tedesche conservano tre squadre in campo e solo l’Inghilterra sta facendo meglio da questo punto di vista (quattro).

    La Germania però è la migliore in assoluto, al momento, come punti ranking: 15.750, contro i 14.000 dell’Italia e i 15.642 della Spagna (seconda in classifica stagionale).

    Mi si chiedeva una proiezione di classifica, ma tengo a specificare che quella pubblicata nel precedente post è già la proiezione che parte dalle stagioni 2005/2006, mi risulta impossibile prevedere i punti che faremo nella stagione prossima per poter ipotizzare la proiezione 2011/2012.

    La classifica 2011 non terrà conto della stagione 2010/2011 ed è l’unica che posso ipotizzare.

    Eccola aggiornata:

    3 Italy 15.357 11.928 10.250 11.375 14.000 62.910 1/ 7
    4 Germany 10.437 9.500 13.500 12.687 15.750 61.874 3/ 6

    Come si assegnano i punti?

    Il coefficiente per costruire la graduatoria annuale tiene conto dei risultati ottenuti in Champions League e in Europa League.

    Si ottiene sommando i punti ottenuti dalle singole squadre e poi dividendo per il numero iniziale delle formazioni ammesse per ogni nazione.

    La vittoria vale 2 punti, il pareggio 1 e la sconfitta 0 (tali valori vengono dimezzati nei turni preliminari).

    Sono previsti anche alcuni “bonus”: 4 punti per l’ingresso nella fase a gruppi di Champions, 4 punti per la qualificazione agli ottavi dello stesso torneo e 1 punto per ogni turno a eliminazione diretta superato.

    Se vuoi rimanere aggiornato sulla nostra situazione nell’UEFA Country Ranking 2010, puoi sottoscrivere il feed via RSS o via e-mail compilando il box “Sottoscrizione” qui a destra.

  • Assolti per violenza, condannati per gli insulti

    Ci risiamo? Pare proprio di sì. Protagonisti ancora gli arbitri permalosi e i procuratori federali inadatti.

    Il giudice sportivo Tosel, sulla base del referto arrivato sulla sua scrivania, regala la bellezza di tre giornate a Cristiano Doni, condannando in pratica la sua Atalanta a fare a meno del capitano nelle gare più importanti della stagione, e non adotta nessun provvedimento nei confronti di Felipe Melo, che in Juventus – Siena aveva tentato di colpire un avversario senza che l’arbitro intervenisse.

    Motivo? Cerchiamo di scoprirlo insieme.

    Nel caso di Cristiano Doni il provvedimento in campo è quello del rosso diretto per aver protestato nei confronti degli Ufficiali di gara. La sanzione prevista sarebbe la semplice ammonizione, ma nel caso del nerazzurro c’è l’aggravante di essere capitano. Questo comporta un’ammonizione in più (non in campo ma di fronte al G.S.)  ed essendo già diffidato scatta la prima giornata di squalifica.

    Ma Doni non si ferma qui, perché all’atto dell’ammonizione rivolge all’arbitro un pesante insulto che comporta l’espulsione diretta (e l’annullamento del primo giallo in campo), accompagnato da un ironico applauso.

    Di per sé le tre giornate si giustificano al di là dell’applauso (che si conferma essere gesto ironico e non “pesantemente offensivo” da meritare isolatamente il rosso e che va quindi accompagnato da espressioni ingiuriose): due per l’insulto, più uno perché era già diffidato.

    Nel caso di Felipe Melo si assolve il Giudice Sportivo e si condanna la “svista” dei Procuratori Federali e della quaterna arbitrale. Quest’ultimi avrebbero dovuto intervenire tempestivamente, sanzionando con il rosso diretto la condotta violenta del brasiliano juventino, in quanto a norma di regolamento il “tentare di colpire” un avversario equivale a colpirlo.

    L’arbitro non vede e non menziona nel referto.

    Quanto di meglio possibile per l’applicazione della prova tv, che interviene nei casi non menzionati dal direttore di gara e che lo stesso non poteva vedere (in questo caso perché lontani dal luogo in cui si sviluppava l’azione).

    I Procuratori Federali hanno però ignorato la vicenda, impegnati forse in massa a seguire altri protagonisti che hanno una maggiore risonanza sulla carta stampata.

    In tempo di Grande Fratello e reality show improvvisati sugli spalti, sarebbe forse meglio tornare a occuparsi di vedere cosa avviene su quel “tappeto verde” dove, di solito, dovrebbe concentrarsi il gioco.