Autore: Domenico Concolino

  • Sfantamondiale, Pipokkia prima capolista

    Dopo problemi iniziali, organizzazione che è andata oltre i confini nazionali, l’importante è aver portato a casa uno sfantamondiale finalmente operativo, anche se con una squadra in meno: i Waka Waka si sono ritirati e rimaniamo solo in 15. Svelata la classifica del Culovic grazie all’ottimo lavoro di Scube (leggi qui), vediamo ora  quella degli altri due campionati, decisamente più importanti.

    In entrambi, essendo la prima giornata, troviamo a sorpresa i Pipokkia, con il duo Voci-Concolino a farla da padroni grazie alle reti di Gerrard e del subentrato Elano che hanno consentito uno straordinario 74 nel Max e 10 punti nel F1. Oltre al Max, un duo al secondo posto si attesta anche nel Mundial f1: sono i De Rossi 16 del duo Martinelli-Ciancio e i Tembroglio del duo Bisurgi-Nicoletti, entrambe le squadre brave a sfruttare i difensori Heinze (nel primo caso) e Maicon (nel secondo). Tre sono le altre tre squadre che sfondano il muro dei 68 punti (nell’ordine): Mundialcoolteam, Outofdate, Alfio Fc.

    Male, anzi malissimo, chi scende sotto il muro dei 66, numero magico degli sfantagiocatori. Qui addirittura troviamo chi parte da 64 (i Lodo Pennetto), chi si attesta sui 60.75 (Oronzo Canà) o 60 pieno (Troya assassina). Chiude la classifica, malamente, la squadra dei Terenzi Bros. dell’omonimo presidente Tommaso. Curiosità assoluta, con il loro 59.0 sono ultimi in queste due classifiche, ma primi (54 punti) nel Mundial Culovic.

    Lo Sfantamondiale è anche questo!

    Per essere costantemente aggiornato sulla classifica, nei dettagli: http://sfantacalcio.com/sfantamondiale/

  • Kiwi amari, ma manca il mea culpa di Lippi

    E chi l’avrebbe immaginato? Spulciando persino i pronostici dello sfantamondiale manca un solo e unico pluripessimista in grado di pensare una simile debacle, seppure gli Oronzo Canà avessero pronosticato il gol di Smeltz, ma nell’ambito di un netto successo azzurro.

    Una gara impostata male e gestita peggio. I Kiwi – questo il soprannome dei neozelandesi – alzano il gomito e vengono più volte graziati dall’arbitro, segnano in fuorigioco, ma l’Italia campione del mondo non può aggrapparsi a simili puerili giustificazioni. Parliamoci chiaro, avremmo dovuto vincere 4-0.

    Nulla è perduto, persino con un pareggio con la Slovacchia si potrebbe ancora passare il turno, ma la confusione in cui è incorso il nostro C.T., soprattutto in sede di convocazioni, lascia esterrefatti. E’ un mondiale lento, con un pallone strano e un’atmosfera particolare: il perfetto habitat del fantasista alla Cassano, Balotelli o Miccoli. Eppure il CT afferma che non esistono giocatori con queste caratteristiche – in grado cioè di cambiare volto alla squadra -.
    Non si è accorto che manca persino un’idea di gioco? Dal 4-2-3-1 con il Paraguay, con quel Iaquinta largo a sinistra che ha fatto impallidire anche chi non mastica di calcio, è passato ad un 4-4-2 con la N. Zelanda, con il solito Marchsio fuori ruolo. Ho dovuto leggere le formazioni al televideo per individuare l’undicesimo. Alla prossima, forse, vedremo un 3-5-2 con Pepe relegato in panchina?

    Strano destino per Lippi e Domenech, uno più odiato dell’altro, entrambi finalisti dell’ultimo mondiale, entrambi inguaiati in quello attuale. Ma lo strano mondiale lo sta vivendo soprattutto la Rai che oggi ne ha combinata un’altra: in tutto il Piemonte non hanno visto la partita. “Meglio così, non vi siete persi niente”, hanno avuto il coraggio di rispondere.

    Ma la vera curiosità del mondiale deve ancora arrivare: Italia e N. Zelanda hanno gli stessi punti in classifica e se entrambe pareggiassero con identico risultato nella prossima gara, per decidere chi passa agli ottavi si dovrà tirare una monetina. Con tutto il positivismo del modo, non nego di conooscere tanti tifosi che quella monetina la tirerebbero in testa a Lippi.

  • Le “vuvuzela” hanno scassato… il calcio?

    Quel chiasso assordante che non piace a nessuno, prime fra tutte le tv quelle che cacciano i soldini. Fenomeno culturale o strategia? Magari per deconcentrare gli avversari? Tutti avallano ipotesi, tutti (comunque) si schierano compatti contro le famose trombe africane, le vuvuzela appunto, che stanno caratterizzando il mondiale.

    Il mondiale del “waka waka” di Shakira, il mondiale tra sogno e tragedia (per la scomparsa della pronipote) di Nelson Rolihlahla Mandela, il Gandhi dei giorni nostri, l’uomo che è riuscito nel miracolo di portare il gioco dei soldoni di Sky, tra la povertà del Continente nero.

    Ma è anche il mondiale del Jabulani, quel pallone ufficiale che tanto ricorda il supertele, per le strane traiettorie, per le immense insidie e per l’assist – formidabilmente accolto – alle papere dei portieri.

    E l’Italia? Ah già, l’avevamo dimenticata. La nazionale di Lippi, quella che uscirà di sicuro agli ottavi, al massimo ai quarti. Quella che non ha nulla da pretendere contro le grandi nazionali di Argentina, Brasile, Spagna, Olanda e Inghilterra. Quella che ha convocato solo giocatori alla frutta, finiti, spaesati, in Sud Africa solo perché amici di Lippi, come se in Italia ci fosse questa gran vastità di scelta, che lascio a casa Ronaldinho e Pato, per portarmi Elano e Robinho.

    No, non è polemica. Del resto, per questa nazionale non fa più il tifo nessuno, lo stesso Capello ci rimprovera, con un discorso lusinghiero, quasi commovente. Pensate, mi aveva anche convinto.
    Solo che poi, a fine intervista, gli chiedi: “Ma lei tiferà Italia”? – E lui: “Ovviamente no”.
    Ovviamente, e ci mancherebbe, lui è l’allenatore dell’Inghilterra e lo sarà almeno fino al 2012 e magari sfiderà Prandelli nella finale degli europei.
    Sì, perché è già lì che siamo proiettati, con l’imposizione di premi più bassi ai calciatori e la convinzione che i nuovi Toni, Totti, Materazzi e Grosso stiano solo crescendo nelle giovanili della Pro Vercelli… è per quello che non li vediamo.

    Ah dimenticavo, anzi, forse lo hanno dimenticato tutti nell’era dei soldoni e di Sky, quella tv che toglie persino il gusto dei mondiali in chiaro: Siamo campioni del mondo!
    Ma a che serve ricordarlo? Tanto le bandiere resteranno riposte negli scaffali e risparmieremo sulle trombe delle nostre automobili per quei lunghi e noiosi cortei.

    Grazie a Dio, ci sono le vuvuzela… speriamo che Sky non ci tolga anche questo.

  • Finti moralisti, esterofili e mistificatori della realtà

    – “Certe cose succedono solo nel calcio italiano”;
    – “Spediamo Inter e Lazio in serie B”;
    – “Noi romanisti non avremmo mai fatto una cosa del genere”.

    Sono solo alcune delle fandonie sentite in questi giorni.
    Già, perché di fandonie si tratta e di finti moralisti ne ho piene le scatole.

    Mi spiego meglio e faccio subito chiarezza su alcuni punti:
    1) Quella partita tra Lazio e Inter non mi è piaciuta da sportivo;
    2) Cose del genere non fanno bene al calcio che deve recuperare credibilità;
    3) Non si è trattato di gara irregolare, ma di partita falsata (nel gioco, non sappiamo se anche nel risultato) da un clima surreale, con i giocatori della Lazio (Muslera escluso) condizionati nel loro scarso impegno, perché solo di questo si è trattato, dalle surreali richieste dei propri tifosi di non regalare il titolo alla Roma.

    Da questo però a dire che l’Inter debba vergognarsi ce ne passa.
    Cosa avrebbe dovuto fare? Chiedere agli avversari di impegnarsi di più?
    Eppure, apriti cielo: interrogazioni parlamentari, titoloni sui giornali, puntate speciali in tv e i romanisti, che qualche settimana prima avevano augurato la B ai cugini bianco celesti, pronti ad ergersi a moralizzatori.

    Hanno forse la memoria corta e io preferisco rinfrescargliela:
    1972-73: ultima giornata di campionato, la Roma, per evitare lo scudetto della Lazio, si fa rimontare il vantaggio ottenuto da Spadoni e consegna il titolo alla Juventus!!!
    1992-93: Roma – Udinese, condannando la Fiorentina alla retrocessione, la curva sud esulta al pareggio degli ospiti;
    1998-99: Supporters giallorossi, tra cui Amendola (nella foto) indossano la maglia del Milan, all’epoca in lotta con la Lazio per il titolo!!!
    7/5/2000…: striscione in curva sud: “m’hai costretto a tifà Juve”.
    All’epoca Lazio e Juventus si contendono il titolo!

    Ma queste cose, senza essere sempre così esterofili, avvengono anche all’estero e in Inghilterra in particolare, senza andare troppo nel passato, basta guardare a cosa successo nello scorso week-end con Gerrard in Chelsea – Liverpool o cosa accadrà in Chelsea – City nel prossimo fine settimana.

    Non basta, ora Mezzaroma, nel senso di presidente del Siena e non di mezza città di fede giallorossa, tenta anche di violare le norme federali (art. 8 co. 6 CGS) istituendo un premio di due milioni di euro ai suoi ragazzi se battono l’Inter.
    Nemmeno la compiacenza di chiedere scusa per l’irregolarità amnifesta, ma addirittura la sostituzione verbale con l’idiozia delle idiozie: “Avete male interpretato, il premio non è per battere l’Inter ma è un premio per la salvezza che arriverebbe in caso di ripescaggio”.

    La mia penna, non sprecherà inchiostro per rispondergli.

  • Uefa Country Ranking: Sorpasso tedesco, ora è tutto nelle mani dell’Inter

    Lo avevamo annunciato in tempi non sospetti (leggi qui), adesso quel sorpasso è diventato realtà.
    La Germania ha scavalcato l’Italia nell’Uefa Country Ranking, la classifica ufficiale che consente alle tre nazioni maggiormente prolifiche nelle competizioni Uefa di portare ben quattro squadre nella Champions League.
    L’Italia è ora al quarto posto e, a partire dalla stagione 2011/2012 (quindi dalla classifica finale del prossimo campionato di Serie A), non avrà più questo vantaggio, ma porterà solo tre squadre nella massima competizione europea.

    Ma non tutto è finito.

    Attualmente la classifica vede i tedeschi, che hanno portato in finale di Champions il Bayern di Monaco, ma che hanno anche visto eliminata l’Amburgo nella semifinale di Europa League, a quota 64.207, mentre l’Italia è ferma a 64.052, perché l’Inter ha si passato il turno, ma è uscita sconfitta dal Camp Nou d Barcellona.
    Tuttavia nella finale secca con il Bayern, prevista il 22 maggio a Madrid, i nerazzurri possono ottenere un misero ma sufficiente 0,286, ovvero i 2 punti frutto di un’eventuale vittoria sul Bayern diviso per le sette squadre italiane che hanno partecipato alle competizioni Uefa, facendo arrivare la classifica del nostro paese a 64,338 quanto basta per un nuovo decisivo sorpasso, che riporterebbe l’Italia d’avanti alle rivali di Germania.

    Proprio le due finaliste sono infatti le squadre che hanno ottenuto più punti in questa stagione:
    L’Inter è avanti con 32.0284
    segue il Bayern con 30.6166
    Al terzo posto il Barcellona con 30.5284
    la seconda delle italiane è la Fiorentina al 10.mo posto con 24.0284.

  • Giraudo, 202 pagine per una “mezza” verità

    27685/06 R.G.N.R. Ai più sembrerà un banale cronologico, ma è da questo numero che nel 2006, a Napoli, ha inizio il processo “off-side”, meglio noto come calciopoli.
    A distanza di quattro anni, ecco che finalmente arrivano le motivazioni della prima sentenza di condanna a carico di alcuni di quegli imputati che, per la riduzione della pena di un terzo, hanno preferito il rito abbreviato, una speciale procedura che consente di giudicare allo stato degli atti, senza alcuna integrazione probatoria.

    Le ho lette quelle 202 pagine di motivazione, con un verdetto che fa vergognare il calcio italiano per aver avuto simili interpreti, al di là che siano solo una parte dei colpevoli o gli unici. Undici, gli imputati. Fra questi, l’ex amministratore delegato della Juve, Antonio Giraudo, condannato in attesa dell’appello (forse dopo l’estate) a tre anni di reclusione, che non sconterà grazie all’indulto.
    Nei confronti dell’ex A.D. della Juventus si legge l’esclusione dell’aggravante dei comma 1 e 3 dell’art.416 del codice penale, che detto in parole povere significa che egli mantenne un ruolo defilato nella gestione illecita delle cose del calcio, rispetto alla onnipresenza di Luciano Moggi, considerato non solo capo ma interprete principale della “cupola”.
    Attenzione però, manca l’aggravante della promozione ed organizzazione dell’associazione a delinquere, ma la posizione dell’ex ad bianconero non è di secondo piano, anzi egli ha influenzato il campionato 2004/05.

    Il gup motiva corposamente la sua sentenza, indica le sim di gestori stranieri (non solo svizzere, ma anche dalla Slovenia e dal Lichtenstein), le frequenti riunioni che si svolsero nel periodo di indagini, la selezione capillare delle telefonate atte a confutare la tesi di colpevolezza, e non le semplici telefonate con i designatori, che di per sé non avrebbero provato nulla.
    Giraudo era uno degli artefici principali: «fu inserito stabilmente nel sodalizio – si legge – che ebbe lo scopo di determinare l’andamento del campionato di calcio in esame, partecipando in modo attivo ai momenti essenziali della sua vita e contribuendo in modo determinante al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi e non solo di quelli legati agli interessi della sua società».

    Non solo la Juve dunque, ma ad esempio anche la Fiorentina: «plurime riunioni avvenute periodicamente con i coimputati Moggi, Bergamo, Pairetto, Lanese e Mazzini, cui Giraudo fu sempre presente, contribuendo, oltre che alla composizione delle “griglie” dei sorteggi, ad adottare le determinazioni importanti per via dell’associazione. L’avvicinamento degli esponenti della società di Firenze a Bergamo avvenne a seguito del placet dato da Giraudo. Mazzini, tra l’altro, affermò “devo dire che perderli come pagatori in serie A mi dispiace”, ricevendo la concorde opinione di Giraudo, e proseguì “questi i soldi ce li hanno davvero…per cui se si potesse…te pensaci a come fargliela pesare…ma tu vedrai che chiederanno anche a te…di aiutarli…”».

    Influente anche nel consiglio federale. Di Giraudo, infatti, il gup sottolinea come «assommava il doppio ruolo di consigliere federale ed esponente della Juve, partecipando all’incontro con soggetti estranei alla Federazione anche con lo scopo di definirne l’organigramma».
    Si pensi all’affare con Lotito, in particolare ad una telefonata dove Giraudo e Mazzini parlano del presidente della Lazio. Nella sentenza si legge: «”mi sono rotto i c… di aiutare le teste di ca…” – dice Mazzini – e Giraudo concorda: “è stato utile in fase di elezione di Lega ma adesso fuori dai c… perché è un poco di buono..”…».
    Ometto i particolari sull’elezione di Galliani, che pure viene ben spiegata ma che riguarda la posizione di Moggi.

    Oltre a Giraudo, sono stati condannati Lanese, Dondarini e Pieri, sulle cui utenze svizzere, che gli avrebbe fornito Moggi, gli investigatori hanno riscontrato 500 contatti.

    Per la prima volta da quando è iniziato calciopoli si ragiona su dati seri, nel senso che esiste finalmente una condanna, anche se non passata in giudicato, cioè non definitiva. Ma è questa la verità assoluta?
    Le ipotesi sono due:
    1) Moggi, o meglio la sua difesa, riesce a smontare l’accusa di associazione a delinquere, allargando il raggio d’azione delle persone che telefonavano stabilmente ai designatori e agli arbitri. In appello Giraudo potrebbe fruire di questi benefit;
    2) Molto più probabile, nei confronti di Moggi verranno valutate anche le aggravanti escluse per Giraudo, attraverso nuove prove che con il boomerang della trascrizione finiranno per fornire l’assist decisivo all’accusa.
    In definitiva, non avendo la riduzione del rito premiale, Moggi riceverà una condanna molto più pesante di quella di Giraudo e a quel punto, inutile escluderlo, anche la panacea dell’indulto rischierebbe, almeno parzialmente, di venire meno.

    Sto ragionando in regime di processo penale. Il “nuovo” processo sportivo è tutta un’altra cosa, di quello se ne parlerà più avanti, quando si avrà, finalmente, anche lì qualche dato certo. Per ora, è solo fumo!

  • Le guarentigie di Totti

    Le guarentigie sono un particolare “status” dei Parlamentari, consistenti in una serie di “tutele” giuridiche, economiche e sociali che iniziano dall’elezione a Deputato o Senatore.

    Uno status di tutela particolare che pare coinvolgere soprattutto Francesco Totti, capitano e core de Roma, intoccabile dagli arbitri, impunibile dai giudici sportivi. Senatore a vita dell’Olimpico.

    Sì, perché appare davvero un controsenso dare tre giornate a Mourinho per il gesto delle manette, crocifiggere Di Canio per un saluto romano e fingere, una multa di 20mila euro non penso sia un peso per le tasche del Pupone, che nulla sia accaduto per quei due pollicioni versi mostrati al termine del derby.

    Il giudice sportivo sottolinea, nel suo provvedimento, come “il gesto indirizzato ai calciatori ed ai tifosi avversari, sia platealmente provocatorio”. Ricorda molto la maschera di Materazzi al termine del derby, come gesto “platealmente provocatorio”, ma, seppur mancava in quel caso l’istigazione sottesa alla violenza, per Matrix arrivò anche un’ammonizione, che nel caso di specie manca, ed è grave.

    Roma – Lazio, a leggere queste decisioni, appare più un 5xmille in favore delle casse Figc:
    – 5mila euro per Baronio (minacce ad un avversario);
    – 8mila (+ ammonizione qui sì) per Zarate (per aver calciato volontariamnete il pallone contro gli avversari);
    – 80mila euro alle due società (40mila a testa) per intemperanze dei tifosi.
    – Nulla a Radu: perché dice “gesto gratuito su Perrotta e decisamente riprovevole (e sanzionabile se “refertato”), ma considerato semplice sgambetto dall’arbitro”.

    Un totale di 113mila euro, roba da derby dei guinness, cifre tali da poter pagare una settimana di lavoro allo stesso Totti. Non ce ne voglia Hilary, ma di questi tempi sarebbe stato meglio mandare un sms, quei pollicioni avrebbero attentato alle coronarie dei professori dell’accademia della Crusca, ma avrebbero riabilitato il campione.

  • Camoranesi, Calciopoli e i due scudetti in discussione

    Quanta roba per questa rubrica. Difficile fare uno screening tra i vari argomenti, senza passare per calciopoli e analizzare le decisioni, su alcune delle quali meglio fare sin da subito chiarezza, del giudice sportivo:

    CAMORANESI “SALVATO” DALL’ARBITRO.

    Partiamo da Camoranesi e dalla lotta scudetto che vedrà venerdì una tappa fondamentale. In Inter – Juventus Camoranesi non sarà squalificato, nonostante la gomitata volontaria e più che evidente rifilata a Daniele Conti nella gara col Cagliari di Domenica scorsa. Il procuratore federale ha predisposto la prova tv, inviando per tempo (fax inviato alle ore 10.59 di lunedì) la segnalazione al giudice sportivo Tosel. Ci sarebbero minimo tre giornate di squalifica da dare, visto che lo stesso Tosel osserva come “le immagini televisive documentano che, nelle circostanze segnalate, il calciatore juventino, con rapido movimento, alzava il braccio sinistro all’altezza della spalla, colpendo con il gomito il volto dell’avversario, che cadeva al suolo con atteggiamento sofferente”. Ma a salvare Camoranesi sono le dichiarazioni rilasciate dall’arbitro Valeri, il quale, attraverso una e-mail, fa sapere che “ho reputato un normale contatto di giuoco quello avvenuto tra i due calciatori e null’altro”. Al di là dei sospetti naturali, chiariamo che il G.S. ha in questo in caso le mani legate, per i limiti imposti dall’art. 29, n. 3 CGS, che vieta al giudice di pronunciarsi se l’arbitro ha visto l’azione. Grave errore dell’arbitro, dunque.

    QUAGLIARELLA E’ UN 2+1.

    Più semplice da comprendere, parlo ovviamente a livello idealistico, la tripla squalifica di Quagliarella. Le espressioni ingiuriose e il pesante insulto rivolto all’arbitro dopo l’espulsione (doppia ammonizione) costano al giocatore due giornate di squalifica, come previsto dal CGS. La terza giornata è solo addizionale, in quanto il giocatore era stato espulso per proteste e sarebbe stato comunque squalificato per un turno.

    CALCIOPOLI: ECCO LE PROSSIME TAPPE.

    Domani mattina è in programma una tappa decisiva nel procedimento penale che vede implicato, tra gli altri, Luciano Moggi, con i suoi legali pronti a consegnare agli atti una serie di intercettazioni telefoniche – a loro dire – mai sbobinate e che dimostrerebbero come fosse un malcostume diffuso quello di chiamare i designatori e gli arbitri. Nulla di illecito -almeno per quello che ho letto fino ad ora – ma è chiaro come una simile circostanza dimostri un accanimento inquisitorio nei confronti di Moggi teso a dimostrare con le sole prove indiziarie una associazione ben circoscritta che operava nel mondo del calcio. Chiaro che poco importa l’aspetto penale ad un blog come il nostro nel quale si predilige quello sportivo, ma i riflessi sul mondo del calcio possono essere importanti. Leggo sul Tuttosport di questa mattina un’esclusiva assoluta sull’apertura di un fascicolo da parte della Figc. Nessuna esclusiva, in realtà sul nostro forum avevamo già ampiamente anticipato.
    Ma spiego meglio le prossime tappe:
    – Dopo l’acquisizione agli atti delle nuove intercettazioni, il procuratore federale Palazzi chiederà alla procura di Napoli di poter acquisire e prendere visione di queste nuove fonti di prova;
    – Le intercettazioni saranno quindi valutate e inserite nel fascicolo dell’inchiesta che sarà comunque aperta, è un atto dovuto;
    – Se Palazzi lo riterrà opportuno potrà richiedere ai tesserati (e solo per loro sarà obbligatorio) interessati o informati sui fatti di essere sottoposti ad interrogatorio;
    – Se Palazzi riterrà gli elementi raccolti rilevanti per la commissione di qualche illecito sportivo chiederà un rinvio a giudizio per le società e i soggetti coinvolti;
    – Ma se i fatti sono precedenti al 2007, anno in cui è entrato in vigore il nuovo codice con i nuovi e più lunghi termini prescrizionali, dovrà arrendersi alla prescrizione di quei fatti. Avrà quindi due possibilità: o esercitare comunque la richiesta di rinvio a giudizio (ma sarà poi il giudice ad archiviare) o archiviare egli stesso e direttamente l’inchiesta, inserendo però delle valutazioni personali sulla vicenda.

    QUELLO SCUDETTO PUO’ ESSERE REVOCATO?

    Se le società e i dirigenti sono praticamente salvi, se non dall’irrilevanza dei nuovi elementi, sicuramente per i termini prescrizionali, quello che non è salvo è la scelta di revocare quei due scudetti alla Juventus e, soprattutto, l’assegnazione all’Inter di quello 2005/2006.
    Nel primo caso, bisognerebbe però aspettare i tre gradi di giudizio del processo penale, verificare l’eventuale assoluzione piena degli imputati e valutare l’eventuale rivisitazione di quel processo, che potrebbe così restituire quegli scudetti alla Juventus, togliendone uno all’Inter e riabilitando così lo stesso Moggi nel mondo del calcio.
    Si tratta di un’eventualità, a mio modesto avviso, piuttosto remota dal momento che esiste già una condanna penale di primo grado nei confronti di Giraudo, il quale – a differenza di Moggi – scelse il rito abbreviato per assicurarsi uno sconto di pena. Riterrei contraddittoria una scelta diversa da parte dello stesso giudice nei confronti di Luciano Moggi, a meno che i nuovi elementi non siano davvero decisivi.
    Nel secondo caso citato, quello di revocare lo scudetto all’Inter, manca effettivamente un termine prescrizionale. La decisione fu presa dal commissario straordinario Guido Rossi e fu atto discrezionale. La federazione ha il potere discrezionale di deliberare la non assegnazione del titolo di Campione d’Italia alla squadra divenuta prima in classifica in seguito alla penalizzazione delle squadre che la precedevano, se alla luce di criteri di ragionevolezza e di etica sportiva, le circostanze relative al caso di specie rendono opportuna tale non assegnazione. I fatti illeciti sono prescritti, l’etica sportiva potrebbe far sorgere dei dubbi.
    Ma è anche vero che condicio sine qua non di quell’assegnazione fu una sentenza sportiva. Ed è solo quella, una nuova si intende, che potrebbe rimettere tutto in discussione, anche da un punto di vista etico.
    Ma se gli altri fatti sono già prescritti, servirebbe un atto discrezionale questa volta su nessuna base normativa. Si creerebbe un precedente sconosciuto alle società civili.

    IL COLPO DI SCENA CI SARA’?

    Lo hanno annunciato come un colpo a sorpresa. Un’intercettazione, sinora inedita, in cui un presidente di serie A chiede a uno dei due designatori di passare a casa dell’azionista di maggioranza del club perché ha un regalo per lui. Si tratterebbe di un club sinora mai coinvolto in Calciopoli. Che sia proprio l’Inter??
    In questo caso gli scenari potrebbero mutare sensibilmente!

  • Se anche Bettega ha perso lo stile…

    Il vice direttore generale della Juventus Roberto Bettega è stato inibito, da ogni carica federale, fino al 20 aprile prossimo dal giudice sportivo “per avere rivolto reiteratamente espressioni ingiuriose all’arbitro“, nel sottopassaggio che porta agli spogliatoi durante l’intervallo della partita di domenica all’Olimpico di Torino contro l’Atalanta.
    Il direttore di gara in questione era Gervasoni della sezione di Mantova.

    Leggo questo sul giornale di questa mattina e ho un sussulto. Penso: ma cosa succede alla Juventus?

    I tifosi che contestano e aggrediscono (era solo una scappellotto ma poco cambia) Zebina, quest’ultimo insieme a Felipe Melo manda a quel paese i suoi tifosi, la società non riesce a comprendere la differenza tra un brocco ed un campione e persino l’ultimo residuo della Triade, l’unico ad uscirne pulito, perde il suo stile e sbraita come nemmeno uno scaricatore di porto.

    Un tempo, narrano le cronache, quando la famiglia Agnelli aveva a cuore le sorti di questa squadra, prima ancora di quelle di Chrysler e Opel, a discapito degli stabilimenti  di Termini Imerese e Pomigliano d’Arco – per le quali hanno intascato bei soldoni dello Stato -, Montezemolo & Co., che si erano fatti pionieri delle sventure di Blanc e il suo entourage, furono spediti a casa. Rifondazione, fu la parola d’ordine. Ma dov’è ora quella proprietà? Non basta cacciare fuori i soldi se poi questi vengono investiti per brocchi incapaci di fare la differenza e spacciati per campioni assoluti. Non basta più la scusa di calciopoli, perché è impossibile che in 4 anni non si sia riuscito a costruire un gruppo in grado di reggere il confronto (non dico con l’Inter, ma almeno) con la Roma e con tutti gli annessi problemi che la società capitolina ha avuto dalla morte di Franco Sensi ad oggi.

    Possibile che con tutti quei soldoni non si riesca a competere per il quarto posto in campionato?

    I maligni direbbero: senza il doping amministrativo di Giraudo, il doping al nandrolone di Agricola (per il quale – prescrizione a parte – il reato è stato accertato in tre gradi di giudizio), le magagne di Moggi e le procure confezionate dal figlio e dalla sua Gea, la Juve diventa una squadra del calibro del Palermo?

    Troppo semplicistica questa equazione da un lato, troppo banale e inflazionata quella del dissesto di calciopoli dall’altro.

    La questione più importante è il disinteresse della proprietà, l’indifferenza nell’accettare che il Ranieri scaricato come l’ultimo dei peggiori stia ora lottando per vincere lo scudetto con una squadra che ha 270 milioni di euro di debiti.

    Cosa c’è di peggio? Che l’unica alternativa non sia davvero quella di cedere la mano?

    In fondo al tunnel c’è sempre la luce, ma in questo caso, forse, i tifosi sperano in un tunnel illuminato artificialmente: FIAT LUX!

  • Mutu, arriva la squalifica

    Giochiamo d’anticipo su Mutu. “Bruciamo” tutti.
    Plurale d’obbligo, inteso come redazione di Sfantacalcio.

    Dopo la sospensione precauzionale operata dalla stessa Fiorentina, infatti, è in arrivo la sentenza, o meglio il deferimento della procura antidoping, azione disciplinare che specificherà un dettaglio decisivo per l’entità della pena applicabile dal Coni. Con il deferimento sarà infatti specificato anche il giorno dell’udienza, lo stesso in cui poi ci sarà la sentenza. Probabile che nello stesso provvedimento vengano anche avanzate le richieste di pena.

    Cosa rischia.
    Tanto e poco. Dipende dall’applicazione o meno della recidiva. Il fantsista rumeno ha infatti una precedente squalifica per doping, per cocaina, ma risale ai tempi in cui giocava nel Chelsea, quando fu la stessa società londinese che nel 2004 operò dei controlli, non ufficiali, sul giocatore.
    Proprio su questo giocheranno gli avvocati difensori del calciatore viola, che altrimenti rischierebbe da 1 a 4 anni di squalifica.

    Se passa la linea difensiva: da uno a tre mesi, quindi subito in campo a disposizione di Prandelli.

    Perché dal computo vanno sottratti i giorni di auto-sospensione.

    Le linea difensiva.
    Mutu ha rinunciato alle contro analisi e questo dovrebbe portarlo ad un’automatica riduzione della pena. Inoltre, la difesa indica anche un assunzione inconsapevole del farmaco dimagrante contenuto in una confezione di pillole lassative acquistata in un’erboristeria romena dalla madre del calciatore. Un’evidenza provata dalla confezione delle pillole che non segnalava la presenza della sibutramina (la sostanza incriminata).

    ZOOM SULLA MOVIOLA

    Pochi episodi questa settimana da commentare.
    Evitando di fare una noiosa moviola, in stile italiano, mi limiterò al caso di Chievo-Catania, finita sotto inchiesta per un pari forse un po’ troppo annunciato, ed in particolare al rigore concesso a Maxi Lopez per il fallo subito ad opera di Yepes, che tanto ricorda l’episodio del rigore concesso a Del Piero contro il Genoa. Anche in questo caso c’è l’assenza di dolo, manca cioè la volontarietà di commettere infrazione, ma la regola 12 ammette l’esistenza anche della colpa (cioè non volontaria), riferendola a negligenza, imprudenza o vigoria sproporzionata.
    La regola fornisce anche una spiegazione delle tre condotte, che indirizza la mia attenzione verso la prima ipotesi (negligenza) e non verso l’imprudenza come erroneamente riportato dai principali organi d’informazione.
    “Negligenza” significa che il calciatore ha mostrato una mancanza di attenzione o considerazione nell’effettuare un contrasto o che ha agito senza precauzione. E’ l’unica delle tre ipotesi che non prevede il giallo, che di fatti non arriva per Yepes.